Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

Omicidio a Messina, si cerca un abitante della zona dove è stato ucciso Giovanni Portogallo

Giovanni Portogallo
(Foto Alessio Villari)
 
(Foto Alessio Villari)

La dinamica sull'omicidio di Giovanni Portogallo avvenuto ieri pomeriggio a Camaro la stanno ricostruendo i carabinieri del Comando provinciale, coordinati dalla Procura, provando ad attingere più informazioni possibili da diverse persone che, già nella serata di ieri, hanno iniziato una lunga processione in caserma per essere ascoltate. Tra loro i familiari della vittima, ma anche alcuni abitanti della zona.

Un sospettato

C'è anche un sospettato, la pista principale sulla quale fin dall'inizio si sono concentrate le indagini: un abitante della zona in cui è avvenuto l'omicidio, irreperibile come la compagna con cui convive. È proprio nei pressi della sua abitazione che Portogallo e il 35enne G.C. si sarebbero recati ieri, poco dopo l'ora di pranzo. Pare che ci fossero questioni in sospeso con chi ha sparato e quello che avrebbe potuto essere un chiarimento, si è rapidamente trasformato in uno spietato regolamento di conti.

La dinamica

Chi ha sparato lo ha fatto per uccidere: forse addirittura una decina i colpi partiti dalla sua calibro 9. Quattro colpi hanno raggiunto Giovanni Portogallo, che stava fuggendo insieme all'amico 35enne, anch'esso attinto da almeno due colpi. Portogallo è stato centrato due volte alla schiena, una al polpaccio e una all'arteria femorale. Entrambi sono finiti sull'asfalto, mentre l'uomo che ha sparato avrebbe lasciato velocemente la sua abitazione per darsi alla fuga e nascondersi chissà dove. I carabinieri lo cercano da ieri pomeriggio e avrebbero già iniziato alcune perquisizioni mirate in altre zone della città.

Le indagini

Proseguono a tutto campo le indagini dei carabinieri sull’omicidio di Giovanni Portogallo, il 31enne ucciso ieri pomeriggio a Camaro San Luigi. Restano critiche le condizioni del 35enne, Giuseppe Cannavò, ferito gravemente da un colpo di pistola all’addome. Sottoposto a intervento chirurgico, è stato trasferito dall’ospedale Piemonte al Policlinico, dove si trova ricoverato in Rianimazione, in prognosi riservata. Appena le sue condizioni di salute lo permetteranno, sarà sentito dagli investigatori dell’Arma, che finora si sono trovati davanti un muro di silenzio. Tutte le persone sentite finora a sommarie informazioni testimoniali hanno infatti detto di non aver visto o udito nulla, di non essere state presenti al momento dell’agguato maturato ieri alle 15, in via Eduardo Morabito. Smentito dal Comando provinciale il fatto che ci sia un sospettato. Si sta scavando, piuttosto, nel mondo delle frequentazioni dei due messinesi raggiunti dai colpi d’arma da fuoco, una decina, quattro dei quali hanno centrato la vittima. La “causale” privilegiata coincide con un regolamento di conti legato al mondo dello spaccio di stupefecenti, ma nessun’altra pista viene esclusa. Da chiarire se i due fossero scesi dal loro scooter o stessero per raggiungerlo, quando, a piedi, e con i caschi in mano, sono stati bersagliati dalla raffica di colpi partita, sembra, da un altro motociclo con due persone in sella.

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