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Minacce, danneggiamenti all'auto e atti intimidatori contro il sindaco di Mongrassano

Dalle parole ai fatti. Dalle frasi minacciose subito cancellate e poi reiterate imbrattando uno stesso muro imbiancato con la scritta “mafiosi”, fino alla sua auto presa di mira da ignoti e rigata su una fiancata. È quanto sta accadendo al sindaco di Mongrassano, l’avvocato Ferruccio Mariani, che nelle prossime ore denuncerà formalmente tali atti. «Sporgerò una formale querela che ancora non ho fatto sebbene l’accaduto – dichiara il primo cittadino, che intanto sta proseguendo nella sua attività professionale – ma ho immediatamente notiziato i carabinieri di quanto sta avvenendo».

I diversi accadimenti sono a conoscenza del comandante della locale stazione dell’Arma, maresciallo Stefano Corvino e, di conseguenza, della Compagnia di San Marco Argentano competente per territorio. C’è un clima di tensione nel borgo d’origini albanesi poco distante dalla città normanna «acuito anche da chi – aggiunge Mariani – pur con notizie banali sta guastando il nostro ambiente paesano».

Nessuna accusa, ci mancherebbe altro. Solo la consapevolezza che chi sta agendo l’ha fatto più volte. Sabato scorso, andando ai fatti, su un muro posto all’ingresso del borgo è stata scritta l’ennesima frase del tenore «6 pale (riferite al parco eolico) a 60.000 euro, allora si pale!». Visto che anche in precedenza erano state scritte cose del genere, cancellate con della vernice da alcuni dipendenti comunali, anche stavolta – lunedì scorso – la scritta era stata fatta rimuovere tinteggiando la parete». Nel breve volgere di qualche ora, la risposta: durante la notte mani ignote hanno danneggiato una delle sue auto, peraltro parcheggiata sulla pubblica via accanendosi su una fiancata con un chiodo, una chiave o comunque un oggetto appuntito. Ovviamente sulle scritte oltraggiose e sul danneggiamento all’auto presa di mira stanno già indagando i carabinieri. Gli ignoti, verso i quali sarà diretta la denuncia, sono infatti tornati alla carica e dopo la rimozione delle scritte tinteggiando le pareti di grigio, si sono poi accaniti sulla macchina, guardandosi bene però dal farlo dove sono presenti le telecamere. «Loro scrivono, io faccio cancellare e loro riscrivono», chiosa Mariani. Il tutto quasi come “una sfida”, che lascia un pesante interrogativo: a chi giova tutto ciò?

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