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Messina, il Tirone diventerà uno dei simboli del Piano di forestazione urbana

Il Comune sta definendo l’acquisto di parte delle aree di proprietà dei Francescani

Per decenni ha versato nel più completo degrado e abbandono. Poi, per qualche anno, quando comparve la famigerata Stu (Società di trasformazione urbana), costata parecchio alle casse di Palazzo Zanca, divenne uno dei temi al centro dell’infuocato dibattito cittadino. E, in seguito, come spesso accade a Messina, tornò nell’anonimato (che coincide con nuovo degrado, nuovo stato di abbandono). Ma ora il Tirone potrebbe diventare uno dei simboli della trasformazione in chiave ecologica della città, essendo uno dei punti cardine del Piano di forestazione urbana, finanziato con 25 milioni di euro. L’idea dell’Amministrazione comunale è di farne di un’autentica isola verde nel cuore del centro urbano, valorizzando, in un contesto ambientale radicalmente mutato, i resti dell’unico vero “quartiere” messinese sopravvissuto al terremoto del 1908. Dove eravamo rimasti? Al deserto, alla palude. Tanto rumore per nulla, verrebbe da richiamare il titolo della meravigliosa commedia di Shakespeare ambientata a Messina e, di recente, messa in scena con straordinario successo al “Vittorio Emanuele”. Eppure, la “Stu” era nata sotto buoni auspici, sul modello di diverse altre Società di trasformazione urbana in tutt’Italia, esempi di sinergia tra pubblico e privati. Venne istituita all’inizio del Duemila, il Comune cercò partner importanti e come socio di maggioranza entrò la “Impresa Pizzarotti”, la famosa società di costruzioni e ingegneria con sede a Parma. Anni febbrili, quelli compresi tra il 2003 e il 2009, sotto le Giunte Buzzanca, Genovese e Leonardi, con la firma della convenzione, gli studi di fattibilità, l’elaborazione di un ambizioso progetto, collegato alla riqualificazione anche di piazza del Popolo, che poi è stato sottoposto a una lunga serie di modifiche e revisioni. Qualcuno ricorderà le veementi polemiche, che coinvolsero forze politiche, tecnici e ordini professionali, sul cosiddetto “Grattacielo” del Tirone, una torre da 15 piani che avrebbe dovuto ospitare un grande Centro direzionale. Tutto è rimasto sulla carta.

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