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A far paura ai residenti di Vulcano è l’incertezza: "Che ne sarà di noi?"

I cittadini eoliani accettano le regole, ripensano al “risveglio” del cratere di 33 anni fa e guardano al futuro: «Ci fidiamo della scienza, ma nessuno può garantirci se e quanto torneremo come prima»

«Dutturi, stavota u crateri è davveru malatu gravi...» Nino, capelli bianchi, ha superato le 80 primavere e dice che ormai «non ha paura di niente», ma che a suo avviso il vulcano si trova in una situazione che «necessita della massima attenzione». Non pensa di andare via. «Dormirò da alcuni miei parenti a Vulcanello, ma per il resto farò la vita di sempre».
I vulcanari, in effetti, sembrano tranquilli, anche se consapevoli che c’è qualcosa di diverso rispetto a quanto accaduto 33 anni, addietro quando il cratere sembrò risvegliarsi. «Ma le emissioni sono sicuramente inferiori rispetto ad allora – afferma padre Lio Raffaele, parroco dell’isola –. Oggi la situazione è delicata, ma non preoccupante. La gente sa che deve fidarsi della scienza e si deve lasciare guidare. Diciamo che c’è un sacro timore, anche perché chi vive su un vulcano è abituato a vivere una diversa normalità».
Quando sbarchiamo al Molo, che da cinque anni è diventato l’approdo degli aliscafi, sembra di ritrovarsi in una situazione di normalità. Non c’è il vento di scirocco dei giorni scorsi che, favorendo la diffusione di anidride carbonica verso il basso, rende l’aria irrespirabile. Solo alzando la testa si nota che dalla “bocca” del cratere i fumi sono decisamente superiori alla media. «Mio padre mi ha detto che sono venuti poc’anzi i vulcanologi a fare le rilevazioni in casa, sopra al primo piano e sotto a piano terra, per campionare i gas. I valori sarebbero buoni – afferma Giuseppe Muscarà – ma l’ansia resta, soprattutto tra gli anziani, che la sera dovranno lasciare le loro abitazioni per andare a dormire altrove. I miei andranno a Vulcano blu, ma, mi creda, non è una bella cosa, anche perché qualora la situazione di fumi e gas dovesse restare così per anni, quale futuro potranno avere l'isola e i suoi abitanti? Nessuno scienziato può garantire che torneremo come prima. Che ne sarà delle nostre case, delle nostre attività, del lavoro, dei nostri animali e del turismo?»
La questione economica e turistica è al centro anche del commento di Marcello Stefanachi, che fa la spola da Messina, poiché sull’isola vive l’anziana madre: «Da quasi 40 anni ci troviamo a Vulcano e mai il livello d’allerta era giunto a questo punto. Abbiamo ascoltato il sindaco, prenderemo atto dell’ordinanza, ma occorre che la questione Vulcano assuma una valenza nazionale, perché il rischio è quello di ritrovarci, tra un paio di mesi, da soli con questo problema. I vulcanari sono resilienti, ma non possono subire un isolamento, non solo personale, ma soprattutto economico. Ecco perché, dopo l’emergenza dichiarata dalla Regione, serve l’attenzione dello Stato, non solo sotto il profilo della prevenzione, ma anche del sostegno concreto a chi rischia di perdere il futuro».
Franco Muscarà, che col fratello gestisce la tabaccheria ubicata nel viale principale (ieri deserto), è «abbastanza tranquillo, anche se consapevole della situazione di criticità. Il sindaco ha spiegato con chiarezza come stanno le cose – aggiunge – . Certamente il disagio, soprattutto per i più anziani, sarà notevole e questo è ben compreso, ma fortunatamente abitiamo su un'isola vulcanica e quindi ci rendiamo conto che certe situazioni si possono verificare. Sono convinto che noi Vulcanari faremo la nostra e con l'aiuto della fede ne usciremo speriamo al più presto».
Regine Kremmer Altavilla, da 40 anni a Vulcano, proprietaria di diversi immobili commerciali, è invece preoccupata: «Sono innamorata di quest’isola e del suo vulcano – dice –, ma stavolta ho paura. Già il fatto di lasciare casa, il mio letto, ogni sera, mi inquieta. Capisco la situazione, perché a volte l’aria diventa irrespirabile, ma il dramma è non capire quando finirà, e se finirà questo incubo».
Pino Schiera, imprenditore, pure lui da 50 anni sull'isola, è invece più positivo: «Dobbiamo rispettare le regole, anche se non penso la situazione possa peggiorare. Certo, per gli anziani, per chi ha a casa un invalido, spostarsi tutti i giorni è davvero un’odissea». Il noto ristoratore Maurizio Pagano si è trasferito per il momento a Milazzo, mentre i suoi genitori abiteranno a Vulcanello: «Non ci sono alternative, almeno in questo momento, e credo che la gente abbia compreso, anche se molti evitano di lasciare l’isola e cercano sistemazioni al “Piano” o a “Gelso”. Speriamo che questa emergenza rientri prima della nuova stagione estiva. Uscire dal circuito turistico sarebbe la fine per Vulcano».
«Noi del nostro cratere ci fidiamo. Non ci ha mai tradito e non lo farà neppure in questa occasione – sembra confortarci Fabrizio Lo Piccolo, uno dei tre allevatori dell’isola –. Il nostro bestiame è super controllato dai guardiani di turno. Si trova in zone tranquille. Certo, le nostre aziende, per via dell'attività del Vulcano, stanno anche accusando il colpo. Si sono ridotte le vendite. Noi esportiamo i nostri prodotti in tutte le isole, ma si avverte un calo. Per ora non facciamo neppure più le degustazioni con i turisti». Già i turisti. Per un mese non potranno sbarcare a Vulcano. Ma gli isolani sperano di poterli accogliere già nei primi mesi del 2022. L’evacuazione dell’isola? Non ci pensa proprio nessuno. Credeteci sulla parola.

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