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Il Natale porta in dono a Messina la nuova via Don Blasco - FOTO

Prima della fine dell’anno saranno terminati i lavori nell’80% del tracciato del nuovo atteso asse di collegamento nord – sud. Potrà essere percorsa dalla Zir alla via Salandra, restano due nodi

Immaginata trenta anni fa per trasferire i mezzi pesanti verso gli imbarchi di Ferrovie senza intasare il centro città, adesso diverrà uno dei traccianti più importanti sull’asse nord – sud. Sette sindaci e venti assessori dopo quel lontano 1989, non manca moltissimo all’apertura di un cospicuo tratto di quella che è stata battezzata come la nuova via don Blasco, la prima vera strada lungomare per il quadrante centro sud della città.

Il regalo di Natale alla città, dicono dal cantiere, sarà la consegna dell’ottanta per cento del percorso. Per la restante parte servirà ancor un po’ di pazienza, perchè, si sa, in un cantiere di queste dimensioni, l’imprevisto è dietro l’angolo.

La nuova via don Blasco collegherà la via Franza, e quindi la zona della Zir, fino al cavalcavia della via Tommaso Cannizzaro. Un tracciato di 3,8 chilometri che rappresenterà più di una alternativa alla via La Farina, con una strada, in molti punti, a quattro corsie, parcheggi, tre rotatorie e due collegamenti con gli svincoli autostradali.

«L’obiettivo realistico che con l’azienda e l’assessore Salvatore Mondello ci siamo dati – spiega Antonio Rizzo, progettista e direttore dei lavori dell’opera – è quello di poter consegnare quasi due chilometri e mezzo di tracciato, da via Salandra a via Franza. Dei 3,8 chilometri, in questo momento, solo 600 metri oggi sono sotto soggezione e non consegnabili, ma per vicende esterne e non legate al progetto originario dell’opera: la questione Rifotras e quella di Ferrovie».

Ma andiamo per ordine e proviamo a ricostruire il percorso della nuova via don Blasco. Da sud si imbocca all’altezza di via Fermi, in quella che era via Acireale e ora divenuta via Franza. Questo tratto è stato il primo ad essere stato terminato, infatti, da parecchi mesi la circolazione è stata riaperta e l’area industriale e commerciale ne ha tratto beneficio. Purtroppo, però, il manto posato da pochi mesi, è già stato “tagliato” in più punti per dei nuovi lavori che l’hanno resa, nuovamente un cantiere. Si tratta di opere dell’Enel che, quando avrà terminato dovrà ripristinare l’asfalto nelle condizioni ottimali in cui lo ha trovato. Peccato che questi escavi non sono arrivati mentre già si lavorava per la nuova via don Blasco.

Alla fine della via Franza, c’è già una rotatoria che porta all’interno del deposito dell’Atm, la zona in cui avviene il rimessaggio dei tram. «In quell’area – spiega l’ingegnere Rizzo – la strada passa sopra la linea ferroviaria interrata della Messina – Palermo. Dopo tutte le prove di carico e l’installazione del semaforo che regolerà l’ingresso del tram in deposito, fra dieci giorni completeremo il collegamento con la via Franza».

Subito dopo il tracciato della nuova via don Blasco, entrerà in via Maregrosso. Anche questo tratto è praticamente finito. Qui l’impianto semaforico smisterà il traffico con l’incrocio della via San Cosimo a sua volta coordinato con quello di via La Farina. La via Maregrosso, andando verso nord, passa dalle Case D’Arrigo, la prima baraccopoli abbattuta dal nuovo corso del Risanamento, per arrivare, dopo una doppia rotatoria (tutte saranno illuminate con dei led nei conci esterni ) all’incrocio con via Salandra, nella zona del deposito della Messina Servizi. «Anche questo tratto contiamo di completarlo a dicembre – dice Antonio Rizzo che da anni sta lavorando fianco a fianco con il rup Silvana Mondello e anche Arisme per la delicata fase dello sbaraccamento –. A quel punto sarebbero pronti 2,4 chilometri senza interruzioni».

Subito dopo, il primo “ostacolo” al cronoprogramma scattato nel 2019. Il caso “Rifotras” l’azienda di demolizioni auto che ha resistito all’esproprio del terreno da parte del Comune fino ad un doppio ricorso terminato al Cga e che ha dato ragione a Palazzo Zanca. L’indennità per l’esproprio, che resta accantonata, è di 975.000 euro ma dopo il contenzioso e gli interventi necessari, la contabilità potrebbe essere rivista. «Ora partirà la fase bonifica – dice Rizzo – con monitoraggio e campionatura. Ci vorranno tre mesi per avere il via libera i lavori». Con questa parte in stand by, il cantiere salta al tratto che va da viale Europa a via Santa Cecilia. Anche questa parte è vicinissima al traguardo ( sempre entro l’anno) e sarà utile poter bypassare via La Farina con una strada per la quale è stato coperto un tratto del torrente Zaera e trasformato uno scalo merci ferroviario in una strada larga con decine di parcheggi per chi abita in zona e un contesto green quattro stagioni con piante sempre verdi. Una volta arrivata in via Santa Cecilia, la strada picchia sulla don Blasco originale. E qui il secondo nodo, il più grosso. Ferrovie ( questo per mera coincidenza con i lavori del Comune) deve demolire e ricostruire il ponte sul quale passa un fascio di otto binari. Dalla prossima settimana inizieranno i lavori e la strada sarà chiusa.

Secondo le stime di Rfi, ci vorranno sei mesi per le opere di consolidamento delle spalle del ponte. Subito dopo il cantiere della don Blasco potrà intervenire per abbassare la strada di 1,5 metri ( serviranno 4 mesi) e quindi avverrà lo svaro e la posa del nuovo impalcato di Ferrovie. «Sono soddisfatto dell’andamento del cantiere – dice l’assessore alla Mobilità Salvatore Mondello –. Non posso esserlo a pieno solo per criticità esterne dovute in particolar modo ai lavori ferroviari, la cui fase di progettazione, si è protratta troppo. Ora dobbiamo trovare una strada alternativa per non bloccare quell’area». Infatti sulla via don Blasco i lavori sono già stati avviati sulla metà lato mare, ma il terzo e ultimo ostacolo è proprio all’inizio del cantiere. «Il cavalcavia della via Cannizzaro – spiega Mondello – sarà demolito e ricostruito. È la soluzione più utile per allungare la vita della preziosa infrastruttura. Verrà costruita una unica campata in acciaio. Ma, ad oggi, non si può realizzare quest’opera se non si libera la strada della via Santa Cecilia». Quindi sono questi ultimi 400 metri l’ultimo problema da superare per arrivare alla piena fruizione della via don Blasco. In via provvisoria potrebbe essere realizzata una pista in area ferroviaria che superi la zona off limits per le due strozzature, dando la possibilità di raggiungere anche questo tratto della nuova, attesa e quasi pronta via don Blasco.

 

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