L’ultimo saluto terreno un anno e tre mesi dopo la scomparsa e i ritrovamenti scadenzati in quel tragico agosto. Ha scelto il Duomo di Messina Daniele Mondello per i funerali della moglie Viviana e del figlio Gioele, inghiottiti nella boscaglia di contrada Sorba, a Caronia. Un addio agli affetti più cari un paio di giorni dopo l’archiviazione dell’inchiesta che per la Procura e il gip di Patti si è configurata come una storia ben definita, senza la necessità di altro. A celebrare le esequie padre Cleto D’Agostino, parroco di Venetico, in rappresentanza del centro tirrenico dove la famiglia Mondello vive.
“Sentiamoci in famiglia e pensiamo che essere qui oggi ha un significato umano e di fede - ha esordito il sacerdote -. Sono onorato di essere il parroco della famiglia Mondello-Parisi. Anche Venetico è presente qui a Messina. Poche settimane fa, proprio a Venetico, la scuola di contrada Biviola è stata intitolata al piccolo. Oggi siamo qui per condividere. Quest’anno Gioele avrebbe frequentato anche il catechismo. Dopo tanto rumore, confusione, parole, “cala il sipario”, ma non è la fine di tutto. Da adesso è il momento della preghiera del Cristiano, per i vivi e per i defunti. La “partita” di sempre non si gioca soltanto in questa vita. La morte non è l’ultima parola della nostra vita”.
“Siamo qui per dire quello in cui crediamo - ha aggiunto il sacerdote- non per dire cosa è successo veramente. Nessuno è nato per caso e nessuno muore per caso. Non è strano se qualcuno legge la Bibbia, bensì chi pronuncia giudizi gratuiti. Vi salutiamo dicendovi arrivederci, dopo il rito della sepoltura. L’importante è arrivare in Cielo, non la conclusione della vita terrena”.
Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Messina Cateno De Luca e la vicesindaca Carlotta Previti. L’Amministrazione di Venetico guidata dal sindaco Francesco Rizzo è stata invece rappresentata dal vice Domenico Giusto.
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