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Nuova frana, vecchi problemi. Anzi vecchissimi. Itala e Scaletta restano "isolate". LE FOTO

Gli smottamenti che hanno interessato la statale 114 all’altezza di Capo Alì e la strada provinciale agricola che collega Alì con Itala, hanno isolato per l’ennesima volta i Comuni di Itala e Scaletta Zanclea. Alla luce della chiusura al traffico di entrambe le arterie, gli abitanti dei due comuni jonici per spostarsi in direzione Catania, hanno come unica scelta l’autostrada A18 e sono costretti ad arrivare fino a Tremestieri, allungando così notevolmente il loro percorso.

Ritorna, quindi, prepotentemente di attualità il dibattito sulla realizzazione di uno svincolo autostradale nel Comune di Itala e sul perché non si è ancora riusciti a trovare una soluzione definitiva per risolvere questo delicato problema. Gli italesi e gli scalettesi sono ormai esasperati da questa situazione che va avanti da troppo tempo e che, puntualmente, si ripresenta con l’arrivo delle prime piogge. Gli amministratori locali che si sono avvicendati in questi anni, hanno provato invano ad imbastire delle interlocuzioni con le Istituzioni competenti per ovviare agli enormi disagi che vivono queste comunità ogniqualvolta si verifica una frana a Capo Scaletta o Capo Alì, visto che non esiste una via alternativa alla Strada Statale 114.

Nelle scorse settimane questa problematica è stata nuovamente sollevata da alcuni amministratori del Comune di Itala, con in testa il consigliere comunale Edualdo Garufi ed il sindaco Antonino Crisafulli, che hanno evidenziato la possibilità di realizzare uno “svincolo di servizio” in prospettiva del raddoppio ferroviario nella tratta Giampilieri - Fiumefreddo, che interesserà proprio questa zona, allo scopo di agevolare i mezzi pesanti che transiteranno per effettuare questi lavori, senza congestionare così ulteriormente il traffico. Lo svincolo di servizio dovrebbe sorgere in corrispondenza di contrada Pietrapierciata, lungo la via San Giacomo e, secondo il primo cittadino Crisafulli ed il consigliere Garufi, se si rispettano alcuni requisiti di sicurezza questa infrastruttura potrebbe rimanere anche in modo permanente. E’ in corso una nuova protesta da parte del Comitato No frane No precarietà che, attraverso l’attivista Francesco Aloisi ed il coordinatore Giacomo Di Leo, ha rilanciato una petizione popolare on line che aveva avuto la sottoscrizione di 200 firmati, per sollecitare le Istituzioni alla messa in sicurezza di questo tratto stradale. L’auspicio, adesso, è quello di arrivare a 500 firme. Il Comitato, infine, non esclude l’organizzazione di manifestazioni pacifiche di protesta e la presentazione di nuovi esposti alla Procura della Repubblica di Messina, come già fatto in passato.

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