Pochi giorni dopo la firma della cessione dell’ex hotel Rivera da Palazzo dei leoni all’Università di Messina, il sindaco Cateno De Luca certifica lo stato di abbandono della Casa dello studente. E giustifica, quindi, anche l’operazione dell’Ateneo, che proprio in virtù della momentanea indisponibilità dell’edificio ubicato in centro vuole serrare i ranghi e realizzare una nuova residenza per universitari. De Luca, ieri mattina, ha toccato con mano la situazione della struttura di via Cesare Battisti, bollata senza mezzi termini come “Casa della vergogna”, con tanto di accuse indirizzate a Palermo. Insieme a lui c’era l’assessore comunale Francesco Gallo, che ha fatto il punto sul palazzo intitolato al professore assassinato Matteo Bottari e di proprietà della Regione, gestito dall’Ente regionale per il diritto allo studio. Costruito nel 1953 per ospitare circa 240 studenti universitari in grandi stanze con bagno privato annesso, gode di un giardino e cantinati. Ma ormai è chiuso a chiave, salvo la breve incursione degli attivisti del “Pinelli”.
Nel 2009, ha spiegato il rappresentante della Giunta, «finiscono i primi lavori ma scattano i controlli sulle normative antisismiche in seguito al terremoto dell’Aquila dove crolla proprio la Casa dello studente. Si blocca dunque la riapertura, perché hanno pensato bene di appaltare le opere di adeguamento sismico, solo che ci sono voluti 10 anni. Ora pare che siano finiti, mancherebbe qualcosina ma non ci si mette d’accordo su chi deve completare. Da un paio d’anni ci sono ricorsi e controricorsi fra le ditte per stabilire chi deve fare i lavori». Il plesso avrebbe dovuto accogliere di nuovo gli studenti fra la fine del 2020 e l’inizio dell’anno in corso, ma intoppi stanno facendo slittare la riapertura. «Ne approfitto per dire alle Autorità competenti che la Casa dello studente è aperta, basta un ditino per entrare e sembra si facciano dei festini. È pericoloso lasciarla incustodita e l’Ersu lo sa», ha concluso De Luca, filmando in diretta Facebook le stanze.
Ma il presidente dell’Ersu Pierangelo Grimaudo non ci sta e mette i puntini sulle “i”: «Resto esterrefatto, martedì prossimo ci sarà la consegna dei progetti definitivi riguardanti gli interventi di edilizia e il rifacimento degli impianti. Dobbiamo adeguare un plesso che era fermo agli anni Trenta». E aggiunge: «Il degrado della Casa dello studente è l’eredità pesantissima del passato. Una gara per lavori di consolidamento sismico andata per le lunghe senza prevedere contestualmente interventi essenziali per gli impianti e le parti in muratura che, con tutta evidenza, reclamavano un radicale rinnovamento. Un errore che non ci può essere attribuito, dato che la conclusione di questi parziali interventi è intervenuta solo nel corso del 2020. Non si tratta di dare una “lavata di faccia” all’edificio di via Battisti, aprendo in fretta e furia, rattoppando qualche presa elettrica e riparando alla buona qualche finestra. Alla Regione chiederò un sostegno finanziario per portare avanti contestualmente l’intero programma di investimenti edilizi, ho già avuto rassicurazioni dall’assessore La Galla e dal presidente Musumeci».
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