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La tragedia di Taormina, l'addio ad Antonio e Roberto. "Se avessi saputo vi avrei stretto più forte"

“Vivi e lascia vivere” era il motto di Antonio Russo, impresso nella sua pagina Instagram. Canale social in cui sono ancora visibili i momenti trascorsi con gli amici antecedenti alla tragedia notturna maturata a pochi giorni dalla riapertura delle discoteche. Insieme a Roberto Spadaro e ad altri ragazzi aveva scelto il rinomato locale “La Giara” di Taormina per trascorrere una serata all’insegna della spensieratezza. Alcune “storie” pubblicate un’ora prima dello schianto fatale mostrano i giovani in un contesto di gioia, stato d’animo poi cancellato da quell’asfalto e da quel palo che si sono portati via progetti, sogni, futuro. Erano partiti da Messina con tanto entusiasmo, ma la Fiat Panda non ha mai fatto rientro nella città dello Stretto.

Il trentacinquenne Antonio Russo era solito effettuare lavori edili prevalentemente nella zona nord di Messina. E gli piaceva condividere le fatiche di ogni giorno e i risultati raggiunti. Lo scorso weekend, ha quindi programmato una parentesi di relax con gli amici, tra cui Roberto Spadaro, che era seduto dietro di lui nell’automobile. Il trentaduenne, anch’egli frequentatore prevalentemente della zona nord, in quanto residente nel villaggio rivierasco di Paradiso, non ha avuto scampo: è rimasto esanime tra le lamiere contorte della macchina. Un destino crudele per due dei quattro amici che dal divertimento sono passati al buio della fine. Due famiglie sconvolte dal dolore, raggiunte da telefonate foriere di lutto che mai avrebbero pensato di ricevere. Mentre altri due ragazzi, decisamente più fortunati, dovranno sempre portare il peso della testimonianza della disgrazia.
“Vivi e lascia vivere” amava ripetere Antonio Russo, riferendosi all’importanza di godere della propria esistenza e di avere rispetto per quella altrui. Una frase che di fronte alla doppia sciagura fa riflettere. Eccome. Straziante, poi, il pensiero di una ragazza che era con loro a Taormina: «Se avessi saputo, vi avrei stretto più forte». Poi un messaggio a Roberto Spadaro: «Ti ho tenuto la mano fino al soccorso dell’ambulanza... ti avevo chiesto di non abbandonarmi, ma stavolta l’hai fatto... tu eri sempre pronto a farmi sorridere, prendendomi in giro...». E ancora: «Fratelli miei... sono morta anche io con voi... continuate a ridere con gli angeli».

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