Alla resa dei conti di un risultato elettorale che ha premiato in lungo e in largo la corazzata di Bartolo Cipriano, la rivincita se la sono presi anche quei consiglieri che nel dicembre scorso hanno proposto e approvato la mozione di sfiducia al sindaco uscente Domenico Munafò. La città ha deciso per il ritorno del primo cittadino, preferito da 2522 elettori, che ha guidato, seppure a singhiozzo, il Comune di Terme Vigliatore per più di vent’anni, sin dal primo insediamento datato 1993. E la fiducia è stata rinnovata anche ai 5 degli 8 consiglieri che si sono ricandidati al civico consesso con il farmacista, e che hanno sancito la fine del precedente Esecutivo dopo solo due anni e mezzo. Sono gli amministratori uscenti Emanuela Ferrara, presidente dell’ultima assemblea, la più votata con 740 preferenze, Florinda Duci (556), Fabio Valenti (347), Daniele Biondo (309) e Domenico Feminò (518), con quest’ultimo che manterrà il doppio incarico in virtù della designazione di assessore. Tra l’altro, in Giunta anche l’ex amministratore Domenico Genovese, tra i firmatari della sfiducia, e Davide Abbate, che nel precedente Consiglio era all’opposizione. In attesa della proclamazione del sindaco, prevista alle 8.30 di oggi nella sezione numero uno, allestita nella scuola elementare di viale delle Terme, nell’unica lista collegata al vincitore ad esultare sono stati anche l’ex revisore dei conti dei Comuni di Barcellona e Terme Vigliatore, il commercialista Massimo Giambò, che ha raccolto 369 preferenze, la giovane Chiara Raissa Crisafulli (464), espressione della famiglia che con il padre Luigi si è sempre accompagnata alla carriera politica di Bartolo Cipriano, e Tonino Genovese, membro della segreteria dell’onorevole regionale Pino Galluzzo, secondo per voti con 574 preferenze. Quest’ultimo, nipote dell’assessore designato, è stato l’unico dell’area politica riconducibile al parlamentare di Diventerà Bellissima ad entrare in Consiglio, viste le esclusioni di Gigia Iannello, Emilia Salvo e Claudio Recupero. Due, invece, i componenti eletti che hanno sposato la causa di sostegno al sindaco promossa dal capogruppo di Forza Italia all’Ars Tommaso Calderone, riconducibili ai nomi di Ferrara e Valenti. Il sostegno dei parlamentari regionali ha avuto un peso non indifferente, anche se all’atto pratico Bartolo Cipriano è riuscito a confermare le previsioni, triplicando i voti dei contendenti, senza tralasciare il fatto che l’intera lista è andata anche oltre, con un totale di 2718 voti. Il giovane imprenditore Nino Chiofalo, gestore di un lido nella contrada balneare limitrofa di Tonnarella, ricadente nel Comune di Furnari, per poco più di 40 voti non è riuscito ad entrare in Consiglio nell’opposizione, nonostante avesse già annunciato alla coalizione che si sarebbe defilato per il ruolo di consigliere. La sua formazione “Ora”, però, è riuscita a garantirsi tutti e quattro i posti disponibili alla minoranza, grazie agli 834 voti di lista serviti per superare la soglia del 20% (20,38). In Aula due gli iscritti della Cinquesei, associazione presieduta dallo stesso Chiofalo: l’amministratore uscente Giovanni Zanghì (303 preferenze), e la più giovane dell’assemblea, la 24enne Chiara Calabrò (166). Con loro le due “indipendenti” Ida Siracusa (284), espressione dell’associazione “Polis”, e l’ex consigliera uscente Stella Giunta (173). Quest’ultima, con Zanghì, fu eletta nella formazione che faceva parte della vecchia maggioranza a sostegno di Munafò, nonostante entrambi non firmarono e non votarono la mozione di sfiducia al sindaco uscente. Ex primo cittadino tagliato fuori da tutto con una debacle che l’ha visto raccogliere solo 834 voti per la corsa a sindaco e un insuccesso di lista avvalorato da 514 voti, peri al 13,22%.