Tutto nacque nel 1998, con la nascita di una cooperativa sociale, Ecosmed, Centro di ricerca e azione su nuovi modelli di “welfare”. Poi, nel 2001 l’istituzione della Fondazione “Horcynus Orca”, che prende le mosse come Centro internazionale di ricerca tecnologico-ambientale e ha tra gli obiettivi la rigenerazione urbana dell’area di Capo Peloro, con la realizzazione del Parco letterario dedicato a Stefano D’Arrigo. Nel 2010 il primo vagito della Fondazione di Comunità e del Distretto sociale evoluto. E da lì, una storia ultracedennale che rappresenta, nel suo piccolo (anzi, nel suo “grande”), un vero e proprio miracolo messinese, siciliano, meridionale. Gaetano Giunta è sicuramente l’artefice principale di quella che diventerà ufficialmente la Fondazione Messina, cioè delle Comunità del Mediterraneo sostenibili e solidali per l’inclusione e l’accoglienza. Nell’ambito dell'Horcynus Lab Festival 2021, che si terrà da oggi al 10 ottobre, la Fondazione «celebra i suoi primi 10 anni e rilancia da ora al 2031». Domani, alle 18, sarà proprio Gaetano Giunta, nella sua veste di segretario generale, a presentare il nuovo Piano strategico «per i prossimi dieci anni, che hanno come sempre al centro un lavoro serrato e di avanguardia per il welfare di comunità e lo sviluppo sostenibile puntando ancora di più sulla sperimentazione e sull'innovazione sociale e contando su un sistema di reti nazionale e internazionale sempre più ampio e autorevole».
Cos'è stata finora la Fondazione di Comunità e cosa sarà?
I risultati, seppur forse poco reclamizzati, sono straordinari. «Abbiamo sostenuto e finanziato - scrive Giunta nella relazione di accompagnamento al Piano strategico - la fase di start-up e consolidamento di circa 120 imprese e microimprese, corrispondenti a oltre 400 posti di lavoro, creati o consolidati, dei quali quasi 100 per persone altamente svantaggiate». I settori sono quelli delle energie rinnovabili e dell'innovazione tecnologica. Ma non solo. Uno dei casi più noti ha riguardato il settore alimentare e delle bevande: la Fondazione ha sostenuto il rilancio da parte dei lavoratori dello storico Birrificio Messina, accompagnando in tutte le fasi i 15 ex operai, diventati soci di una cooperativa che ha fatto ripartire la produzione di birra. Ma c'è anche il settore del design e della moda “etica”, con la valorizzazione di piccole aziende specializzate nella realizzazione, ad esempio, di merletti a tombolo tradizionali. La Fondazione collabora con il Cnr Itae e con altri Centri di ricerca e organizzazioni di livello nazionale e internazionale, in progetti di alta tecnologia, come il prototipo per la microgenerazione di energia dalle correnti marine, il sistema di “microgrid” per contrastare la povertà energetica, il prototipo di celle fotovoltaiche di terza generazione per la produzione di energia da coloranti organici e non organici, i sistemi avanzati di monitoraggio ambientale (insieme con il Mit di Boston e l'Università di Messina).
I progetti
E sono state oltre 700 le persone accompagnate con progetti personalizzati. Giunta cita il progetto “Luce e libertà” che ha visto protagonisti 60 ex internati dell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona, accompagnati in un processo di reintegro nella società. E poi il progetto “Capacity” che tocca le zone baraccate di Messina, Fondo Saccà e Fondo Fucile, con un programma socio-abitativo mai sperimentato finora nella nostra città: «Il programma di riqualificazione, che ha coinvolto 230 famiglie, ben 650 persone, ha offerto due possibili alternative ai beneficiari: 1) la prima soluzione consiste nell'acquisto di case sul mercato da parte del Comune che, poi, le assegna ai beneficiari attraverso un processo partecipativo, mantenendone la proprietà; 2) la seconda opzione consiste nell'attribuzione di un “budget di capacitazione personale”, un importo forfettario assegnato al cittadino baraccato come contributo per l'acquisto della casa sul mercato privato, spesso integrato da un finanziamento. Il beneficiario, in questo caso, diventa proprietario della casa».
Dalle baracche a Capo Peloro
Un lavoro dal grande impatto sociale: «Le baracche a Messina - sottolinea Giunta - non sono solo il simbolo del degrado abitativo ma anche uno strumento di segregazione sociale e di affiliazione alla mafia locale». La Fondazione di Comunità ha anche valorizzato spazi e luoghi di assoluta bellezza, primo fra tutti ovviamente Capo Peloro. Ma più che le cose fatte, contano le strategie per l'immediato futuro, per invertire una tendenza drammatica, quella che sta portando allo spopolamento e alla desertificazione dei nostri territori. «La Fondazione - afferma il segretario generale - ha scelto di superare la logica della filantropia tradizionale e opera con l'esplicito obiettivo di promuovere innovazione, giustizia sociale, sviluppo economico e umano. Il senso dell'agire sarà in modo sempre più esteso e sistemico proprio quello di attivare sui territori di riferimento iniziative durature di livello internazionale, eventi permanenti capaci di creare dinamiche evolutive nel medio-lungo periodo». E in questo scenario si inseriscono i Parchi della Bellezza e della Scienza: l'Horcynus Orca, il Parco sociale di Forte Petrazza, il Giardino delle Zagare a Fondo Saccà, il Parco di Roccavaldina, le “Querce di Mare” a Salina, il Parco di Novara di Sicilia e il Parco dei Saperi a Mirabella Imbaccari (Catania).
L'anniversario e il rilancio
Dal oggi al 10 ottobre torna l’Horcynus Lab Festival con cui quest’anno la Fondazione di Comunità di Messina celebra i suoi primi 10 anni di vita e rilancia per i prossimi 10. Uno dei momenti clou del Horcynus Lab Fest sarà infatti, venerdì 8 ottobre, la presentazione del nuovo Piano Strategico della Fondazione che traccerà così il percorso del suo prossimo futuro. Come sempre, al centro, ci sarà l’operare per uno sviluppo sostenibile ed equo dei territori e delle periferie, non solo urbane. Dentro un gruppo di reti nazionali e internazionali sempre più ampio, continuando a innovare nella pratica, a fare ricerca e puntando sulla Bellezza (Jamal) che nasce anche dal creare sistemi, connessioni, progetti, politiche virtuosi: solidali, sostenibili, etici, green, equi. E produttivi. Per contrastare le diseguaglianze economiche e sociali e i mutamenti climatici. Tre in particolare i focus dei lavori di questi giorni: la valorizzazione in chiave contemporanea, tecnologica e produttiva di saperi locali tradizionali (la lavorazione del Pizzo a Tombolo a Mirabella Imbaccari), l’economia circolare, green e sostenibile a partire dalla sperimentazione della produzione di bioplastiche (Il « polo olivettiano » a Roccavaldina), la finanza etica.
Il programma
L’Horcynus Lab Fest 21 sarà scandito da quattro giorni di incontri e seminari, (su Zoom a invito e nel rispetto delle norme Covid) in cui si ragionerà di idee e pratiche, da realizzare o già in corso d’opera, che saranno al centro dell’agire della Fondazione nei prossimi anni, mettendo a frutto il lavoro d’avanguardia nell’ambito dello sviluppo sostenibile che la contraddistingue da sempre. In questo senso, l’Horcynus Lab Festival si conferma come un appuntamento che pone l’agire e la ricerca su nuovi modelli economici e lo sviluppo di tecnologie green innovative a servizio di programmazioni strategiche che sostengono processi locali di cambiamento. Workshop, incontri e seminari si terranno su Zoom a invito e sono organizzati nel rispetto delle norme Covid. Dalle 17 di venerdì 8 ottobre sarà possibile seguire in diretta la presentazione del Piano Strategico della Fondazione su @FDCMESSINA e su Zoom. Il programma integrale dell’Horcynus Lab Fest 21 su http://fdcmessina.org/wp-content/uploads/2021/10/Programma_Horcynus_Lab_Soc_Ott_2021.pdf Giovedì 7 ottobre Dalle 11 alle12.45, si terrà un incontro della Rete inter-istituzionale per lo sviluppo del territorio organizzato in collaborazione con l’Università di Catania e l’Osservatorio Calatino. Modera i lavori la prof.ssa Gaetana De Francisci, Psico-pedagogista e docente dell’I.S. Majorana-Arcoleo di Caltagirone. L’obiettivo è fare di Palazzo Biscari e delle nuove funzioni che stanno nascendo nel Parco dei Saperi un centro risorse aperto, partecipato e co-gestito per tutte le scuole e le agenzie educative del territorio. Un luogo di incontro fra ricerca scientifica, i saperi centenari dei territori e i processi educativi che ruota intorno ai due grandi snodi contemporanei: la necessità di contrastare le diseguaglianze e i processi di mutamento di climatico. Alle 15.00 il Palazzo Biscari di Mirabella Imbaccari (CT) – complesso nobiliare donato alla Fondazione dalle suore Dorotee, oggi “Parco dei Saperi” – ospiterà “Intrecci contemporanei”, worshop dedicato al pizzo a tombolo, storica tradizione delle donne di Mirabella, nel quale artisti, imprenditori creativi e artigiane locali discuteranno su come valorizzare questa lavorazione tradizionale in chiave contemporanea. Un incontro fra arte, design, impresa, artigianato e comunità locale. Interverranno Adelaide Corbetta, Presidente di The Circle Italia Onlus; Beatrice Rossetto, designer di gioielli, Giovanni Conti, docente presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano; Erasmo Figini, Presidente di Fondazione Cometa e Giulia Silvia Ghia, Presidente dell’Associazione Culturale Verderame. Il workshop sarà preceduto da un percorso attraverso le collezioni e i laboratori del Pizzo a Tombolo a cura dell’Associazione Opera del Tombolo e delle Arti Manuali. Alle 18.00 incontro dal tema “Interrogati dalla Storia”, con la visita guidata al cantiere de “Il Parco dei Saperi” di Mirabella Imbaccari e l’inaugurazione del percorso artistico-filosofico-scientifico “Quello che Resta” dell’artista Gianfranco Anastasio, autore di una installazione creata ad hoc, centrata sul salto di paradigma tra 800 e 900. La sessione sarà introdotta da Gaetano Giunta, Segretario Generale della Fondazione di Comunità di Messina e Francesco Marsico, responsabile del Centro Studi e dell’Archivio Storico di Caritas Italiana. In conclusione, una performance di letture e musiche originali di Luigi Polimeni e Marco Cavalcoli.