È iniziata il 18 agosto scorso, nei pressi di Letojanni, la costruzione della prima galleria che proteggerà gli automobilisti che percorrono la A18 dove, anni addietro, 6 per l'esattezza, si è verificata una frana.
Passando accanto (o anche sulla sottostante Statale 114), si comincia infatti a vedere lo scheletro metallico che copre la carreggiata a monte, rimasta chiusa dalla notte tra il 4 e il 5 ottobre 2015, quando una grande quantità di terra, roccia e arbusti venne giù dalla collina a sud del torrente San Filippo, ostruendo completamente la Messina-Catania dopo avere spaccato il muro che la proteggeva. Fortunatamente nessun veicolo rimase coinvolto.
Dopo un lungo iter progettuale l’anno scorso è stata effettuata la parte più difficile e più pericolosa dell’intervento immaginato: il costone è stato infatti messo in sicurezza usando delle barriere a forma di “X” con al centro degli arpioni lunghi otto metri che affondano dentro il terreno, per trattenerlo; poste una accanto all’altra, formano una sorta di grande rete e fanno curiosamente somigliare l’area a una piramide a gradoni. Liberata la carreggiata, adesso tocca ai tunnel.
Era la notte tra il 4 e il 5 ottobre
Era la notte tra il 4 e il 5 ottobre 2015 quando circa 50mila metri cubi di terra, roccia e arbusti divelsero il muro di contenimento della collina a sud del torrente San Filippo, nel comune di Letojanni, per riversarsi al km. 32,700 dell’autostrada Messina-Catania, sommergendola. “Siamo al sesto, amaro, anniversario di quel terribile evento che fortunatamente non coinvolse automezzi - commenta la Governance di Autostrade Siciliane - ma oggi lo ricordiamo finalmente con ottimismo. Siamo infatti ormai ai capitoli finali di una brutta vicenda che proseguì nel peggiore dei modi, come molti ricorderanno, tra lunghi iter progettuali e anni di fermo. Poi, già nel 2018 con il direttore generale Minaldi e poi nel 2019 con il nuovo Consiglio di Amministrazione, è stata presa di petto quella situazione ed è stata riavviata una macchina che sembrava irrimediabilmente impanata tra progetti, autorizzazioni, lungaggini burocratiche e rimpalli di responsabilità. Adesso è possibile dire che da tre anni, com’è sotto gli occhi di chi passa quotidianamente, si sta lavorando a ritmi serrati, con interventi molto complessi e problematici, in un fazzoletto di terra dove coesistono autostrada, strada statale, ferrovia e notevole densità edilizia.
Dopo aver sbancato e smaltito i 50mila metri cubi di detriti e ultimata la delicata operazione di messa in sicurezza del costone traballante (ampliando consolidamento e stabilità anche oltre le previsioni), come previsto da settembre si è giunti all’ultimo step, la costruzione delle due gallerie paramassi. Un tunnel lungo 140 metri circa con una pila, a metà fra le carreggiate, che sosterrà le due gallerie. Vogliamo ringraziare la Protezione Civile Regionale, che ricordiamo cura i lavori, la direzione lavori e i rappresentanti della ditta appaltatrice Cospin di Catania che, nonostante mille difficoltà affrontate, ce la stanno mettendo tutta per terminare, come annunciato, per l’inizio del prossimo anno. Inoltre, ci teniamo a far sapere che apprezziamo ogni pungolo critico, anche quelli interessati che offrono l’opportunità di ribadire che, al netto dei ritardi post covid che hanno coinvolto tutti i cantieri di Italia nell’approvvigionamento dei materiali, non esiste alcuna variante alle gallerie e nessun costo dell’opera è variato rispetto al progetto originario. E ancora, che non sussiste alcuna emergenza per questo cantiere, che è invece preso a modello esemplare, in perfetta sicurezza e dove il numero dei lavoratori, in un’ottica di efficienza ed economia, viene di volta in volta incrementato e decremento in funzione delle operazioni in atto. Infine questa governance, pur rimanendo disponibile al dialogo critico, fa sapere che continua a non ritenere opportuno replicare ad ulteriori dichiarazioni, spesso arricchite da pareri personali e informazioni approssimative o errate”.
Il Cas: siamo a buon punto
Il Consorzio per le autostrade siciliane commenta così questo particolare momento, con una dichiarazione congiunta del presidente Francesco Restuccia, della vice Chiara Sterrantino, del consigliere Sergio Gruttadauria e del direttore generale Salvatore Minaldi: «Siamo a buon punto e finalmente si cominciano anche a vedere gli effetti degli sforzi che abbiamo messo in atto. Quel tratto autostradale era rimasto in stallo per anni, dall’ottobre di sei anni addietro, a causa di un enorme movimento franoso che si verificò in località San Filippo, nel territorio comunale di Letojanni. Utilizzando tecniche e materiali moderni e affidabili sotto il profilo della resistenza e della durata nel tempo, operai e tecnici hanno lavorato prima per rimuovere circa 50.000 metri cubi di terra venuta giù, poi si è passati alle complesse operazioni di messa in sicurezza di una ampissima parte del costone, con l’installazione di reti ad elevata resistenza ancorate al terreno. Adesso, come si vede passando, siamo alla realizzazione delle gallerie in cemento armato e pali d’acciaio: 140 metri circa con una pila, a metà fra le carreggiate, che sosterrà le due gallerie, una delle quali attraverserà i detriti della frana. I lavori, per una spesa complessiva di circa 20.300.000 euro, si sposteranno tra qualche settimana dalla carreggiata di monte a quella di valle, per concludersi infine con l’arrivo del 2022».
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