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Baracche a Messina, reportage del New York Times

L’inviata speciale Emma Bubola ha girato tutte le “favelas” messinesi e ha messo in pagina il suo “diario di viaggio”. Titolo emblematico di una possibile svolta: «L’attesa per una casa potrebbe essere terminata»

«Messina, Italia. La bambina si è arrampicata sui tetti di metallo delle baracche, ha dato la caccia a un topo grande come un coniglio, poi si è fermata a guardare il cielo con trepidazione. “Credo che pioverà”, ha detto. Come suo padre, suo nonno e il suo bisnonno prima di lei, la ragazza, Aurora, 8 anni, è cresciuta nelle baracche della città siciliana di Messina e, come loro, sa che la pioggia è una brutta notizia per la sua casa. L'acqua trapela dai loro tetti rivestiti di amianto, permea i loro muri e inonda la via. Per tenere i bambini all'asciutto, gli adulti a volte devono portarli sulla testa...».
Comincia così il reportage di Emma Bubola, pubblicato a tutta pagina sul “New York Times”. L’inviata speciale è stata due giorni a Messina, per raccontare quello per cui la nostra città è famosa, ahinoi, in tutto il mondo: le sue baraccopoli. Una visione dove si mescolano dati reali e inoppugnabili con stereotipi ormai logori e insopportabili. Ma la giornalista del più importante quotidiano statunitense ha cercato di dare un taglio diverso al suo “diario di viaggio”, prendendo consapevolezza di quello c’è stato, e c’è ancora, dietro il fenomeno delle baracche in riva allo Stretto. Emma le ha girate tutte, le “favelas” messinesi. Ed è stata anche alla “Gazzetta”, accompagnata dal presidente di Arisme, “mister Scurria”, come è scritto sul NYT.
«Nel 1908, un terremoto devastante colpì Messina, uccidendo circa la metà della popolazione mentre il 90% della città crollava. Nel periodo immediatamente successivo, le autorità locali costruirono baracche temporanee, anticipando che prima o poi sarebbero state costruite abitazioni più solide per gli sfollati. Ma più di un secolo dopo, circa 6.500 italiani vivono ancora in tuguri di fortuna sparsi per Messina, situata tra foreste di pini ed eucalipti e lo Stretto che separa la Sicilia dall'Italia peninsulare...

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