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Messina e l'incubo "infinito" del controesodo... FOTO

Il week-end da bollino rosso mette in crisi la viabilità, le attese sfiorano anche le tre ore

La città – e chi è chiamato a gestirne le criticità, a tutti i livelli – si è ritrovata negli ultimi due giorni come chi, per paradosso, il 24 dicembre scoprisse, con stupore e un certo grado di impreparazione, di essere a poche ore dal Natale. Farsi trovare ogni anno spiazzati dal controesodo appare surreale, in una città che ne è invasa ogni anno e sempre negli stessi fine settimana, eppure è quanto è successo dalla tarda mattinata di venerdì fino al momento in cui scriviamo queste righe. Il caos, al quale si è fatto fronte alla meno peggio, con risultati discutibili.

Fino al primo pomeriggio di ieri la quasi totalità delle code si è creata a causa delle auto dirette agli imbarcaderi privati della rada San Francesco. In virtù di quello che gli addetti ai lavori chiamano “effetto fisarmonica” (a seconda dei momenti di imbarco e sbarco), su viale Giostra, viale della Libertà e viale Boccetta le attese sono arrivate anche a sfiorare le tre ore. Dieci le pattuglie della polizia municipale (praticamente tutte quelle disponibili) impiegate in strada, a provare in qualche modo ad arginare un flusso continuo, che non si è arrestato nemmeno nella notte.

Traffico molto più regolare, pressoché normale, al porto storico, in prossimità degli imbarcaderi della Bluferries. Almeno fino a quando, nel pomeriggio, non si è deciso di dirottare verso i traghetti delle Ferrovie diversi vacanzieri che avevano fatto il biglietto con Caronte&Tourist. Una misura d’emergenza, che negli anni passati era stata adottata nelle giornate più complicate, su input del Comitato per l’ordine e la viabilità, e che ieri è stata disposta dal sindaco Cateno De Luca.

Il risultato è stato che, nel pomeriggio, si sono create lunghe code anche lì (con tanto di mezzi pesanti). Quindi la polemica: «Questo coordinamento – ha aggiunto il sindaco – lo gestiremo direttamente noi come Comune, dato che abbiamo riscontrato che alla prepotenza del vettore privato si è associata la strafottenza di quello pubblico che fa partire le navi mezze vuote». Nessuna replica ufficiale da Bluferries, che però ha fatto con decisione sapere a Palazzo Zanca che «navi mezze vuote» non ne sono partite, semplicemente i traghetti delle Ferrovie sono minori e minori sono le corse (una ogni ora).

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