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Messina, giù le baracche di Fondo Saccà

Da martedì via ai lavori d’eliminazione dell’amianto e poi spazio alle ruspe 60 famiglie con la nuova casa, per le altre un condominio nella stessa zona

Sarà la prima baraccopoli che verrà rasa al suolo. Fondo Saccà, è stata anche la prima sulla quale oramai oltre 5 anni fa si è intervenuto con fondi e progetti realmente votati alla eliminazione delle favelas. Adesso quel progetto, il “Capacity”, è alla svolta. Dopo l'assegnazione, diretta e indiretta di decine di abitazioni, è arrivato il momento delle demolizioni, presupposto centrale per il vero risanamento, cioè la trasformazione di aree ghetto in spazi realmente vivibili.

Per vedere le ruspe in azione occorrerà attendere solo altri quattro giorni. Resteranno in piedi sono le baracche di coloro che troveranno casa nel costruendo condominio ecologico che nascerà sulle macerie di quella porzione di città, a valle della via La Farina con vista sulla nuova via don Blasco. Tutto il resto andrà giù, completando un'opera avviata qualche anno fa quando furono abbattute le casette che si trovavano dove ora sono piccole altre più piccole costruzioni ecologiche destinate all'associazionismo messinese.

L'unico precedente di abbattimento complessivo di una baraccopoli è quello della Case D'Arrigo, buttate giù a poche centinaia di metri da Fondo Saccà per la realizzazione della nuova don Blasco. Ma si trattava di uno spazio decisamente più piccolo e di un numero di famiglie assai inferiore.

E così martedì partiranno i lavori di demolizione dalla fase più delicata. Quella della eliminazione dell' amianto. Molte coperture delle baracche, alcuni divisori, i serbatoi dell'acqua, sono realizzati con la fibra killer e chissà quante malattie hanno sparso in questi decenni fra gli abitanti di quelle abitazioni. Ad occuparsi dell'amianto sarà la “Ambiente e Sicurezza” di Messina che dovrebbe impiegare una ventina di giorni. Il successivo sbaraccamento sarà ad opera del Consorzio Soleco di Acicatena che avrà quasi 4 mesi per cancellare decenni di degrado. In totale, al netto dei ribassi, ci sono a disposizione 414.000 euro per questa fase del risanamento dello zona.

A Fondo Saccà, l'intervento prevedeva il coinvolgimento di 64 famiglie. Di queste, 52 avrebbero usufruito delle risorse finanziarie o mediante il «capitale di capacitazione» o avendo assegnati in locazione appartamenti reperiti sul mercato. Nel frattempo, si è realizzato il cosiddetto “condominio ecologico”, finanziato ( valore 2,2 milioni di euro) nell'ambito dello stesso progetto con un importo di 2 milioni 200 mila euro, costituito da 12 alloggi sperimentali costruiti con innovative tecniche ecosostenibili, con un piano destinato anche ai servizi sociali. Il problema, però, è nato quando, una volta completato il nuovo censimento dei nuclei familiari residenti nelle aree baraccate di Messina, si è accertato che il numero degli abitanti era superiore rispetto alle previsioni originarie. Da qui la necessità di aggiornare la situazione degli occupanti e di dare la possibilità alle famiglie prima non censite di poter presentare istanza per accedere ai benefici previsti dal progetto Capacity. Tutto questo perché, come confermato anche in altre zone della città, non si può sbaraccare e risanare un'area se continuano ad essere abitate alcune delle baracche o delle costruzioni fatiscenti presenti in quella stessa porzione di territorio. E, dunque, i nuclei familiari di Fondo Saccà sono adesso 67. Quaranta di loro hanno accesso al “capitale di capacitazione”e per 27 è scattato l'acquisto dell'alloggio da parte di Arismè.

 

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