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Il grande progetto di Forestazione urbana. La svolta di Messina per un’utopia concreta

Con le risorse che arrivano dall’Agenzia della Coesione (25 milioni) cambia il senso stesso del vivere in città. Arriva dalla Giunta De Luca il progetto più “di sinistra” che sia mai stato concepito. Seguendo i modelli di transizione ecologica attuati in altre realtà

Di tutti i progetti quello di “ForestaMe” è il più affascinante, oseremmo definirlo il più “di sinistra” che la Giunta De Luca, vista a sinistra come fumo negli occhi, avrebbe mai potuto immaginare. Un’utopia, eppure concreta, perché finanziata con i 25 milioni di euro che arriveranno dall’Agenzia per la Coesione. È il progetto che forse farà anche storcere il naso a qualcuno, perché appena si parla di verde, è come se ci si raccontasse favole, come qualcosa d’effimero, di non reale. Perché di reale devono esserci solo la spazzatura, le fogne, le strade per le automobili, la politica dei palazzi, l’inciviltà e i crimini commessi dagli incendiari di casa nostra. Ma se il tema della città “green” è diventato cruciale, se i cosiddetti progetti di transizione ecologica sono tra le assolute priorità di tutti i Piani nazionali di ripresa e resilienza degli Stati europei in quest’era pandemica, c’è un motivo. E ha fatto benissimo l’Amministrazione comunale a presentare schede progettuale e intercettare risorse che dovrebbero servire a cambiare non solo il volto di molte porzioni di territorio comunale, ma il senso stesso del vivere urbano. Con buona pace per chi ha una visione “daltonica” della città e della vita...
Ed è proprio una questione vitale quella posta alla base di tutti i progetti di Forestazione urbana che non riguardano solo Messina ma anche altre realtà urbane nel mondo. Progetti che «riportano il verde in città, riducono l’impatto ambientale e favoriscono una miglior qualità della vita per i cittadini». Milano si è dotata del suo “ForestaMi”, Barcelona, la capitale catalana, ha ideato il suo Programma di infrastrutture verdi, Melbourne sta attuando il Piano strategico per la forestazione urbana, Vancouver, in Canada, ha dato vita al “Greenest City 2020 Action Plan”, Medellin, in Colombia, sta realizzando i suoi “Corridoi verdi”, Lubiana, capitale della Slovenia, ha attrezzato il 46 per cento dell’intero suo territorio a spazi verdi.
C’è un’obiezione, a tutto questo, che è anche fondata: come si può immaginare una città con tanti altri luoghi di verde, quando si riesce a malapena a gestire le poche aree finora attrezzate, ville, villette e rarissimi parchi urbani, spesso con risultati disastrosi, di incuria e abbandono? Obiezione giusta, ma è proprio per questo che il progetto di Forestazione urbana a Messina non potrà limitarsi ad aggiungere qualche “corridoio ecologico”, qualche slargo o aiuola in più, non è questo il senso: si tratta di una svolta che possiamo definire “epocale” e che la città deve attuare fino in fondo, sapendo che si tratta di scelte determinanti per il futuro sostenibile. E, dunque, in cosa consiste un Piano di Forestazione urbana: significa far della natura la protagonista assoluta del paesaggio, significa «progettare e sviluppare nuove aree verdi, ma anche rivalorizzare e riappropriarsi di quelle esistenti», significa realizzare «veri e propri boschi urbani, orti, viali alberati, parchi pubblici, ma anche tetti e facciate verdi».

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