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Gatti avvelenati per vendetta, soffocati per gioco dentro buste di plastica o allevati per combattere: succede a Messina

Gatti impiccati per vendetta, avvelenati e uccisi tra atroci sofferenze con l'acido muriatico mischiato al latte. Micini appena nati soffocati dentro buste di plastica date poi alle fiamme da ragazzini difesi dai propri genitori con un inaccettabile e criminale: “Ma stavano solo giocando”. Per non parlare dei gatti da combattimento, diventati ormai una brutale consuetudine.

E' un mondo che pochi purtroppo conoscono, che non si racconta spesso perché a soffrire è “soltanto” un animale che non può parlare, non può denunciare cosa accade nei pomeriggi di noia in un quartiere della periferia di Messina o nelle sere in cui nei rioni difficili si usano gli animali per esercitarsi a sparare.

C'è questo e tanto altro nei racconti dei volontari che si occupano di gatti, che portano dal veterinario un micio e scoprono che ha una pallottola nel corpicino. Sono racconti di rabbia e stanchezza, anche perché le istituzioni, tra tutte Asp e Comune, pare abbiano demandato al cittadino quelli che, in altre città d'Italia, sono servizi svolti dagli enti locali.

Le “aree bronx” - come le chiamano i volontari – sono tante, disseminate da nord a sud della città. Uno dei “casi” più eclatanti è quello di una viuzza della via Palermo, un vero e proprio cumulo di sozzume sopra il torrente, dove tanto la legge e il decoro non esistono e, allora, in quell'area e nei cortili del rione di Giostra, ma non solo, la gente si fa giustizia da sé, avvelenando gli animali senza colpo ferire. Perchè tanto i cartelli comunali che dovrebbero indicare la presenza di una colonia felina e il divieto di maltrattamenti, se esistono, probabilmente sono rimasti impolverati in qualche scantinato di Palazzo Zanca.

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