Se si potesse descrivere la felicità con un'espressione, probabilmente, avrebbe il volto di decine di bambini con occhi sbarrati e labbra spalancate, mentre guardano all'insù nell'attesa che, dopo il volo, un trapezista torni al sicuro. Dopo un anno di "andrà tutto bene" traditi, lui ce l'ha fatta. E anche il circo Orfei "Darix Martini" è tornato in pista, facendo dimenticare per qualche ora la pandemia a tanti messinesi. Rompendo il silenzio di strade desertificate dal lockdown con centinaia di applausi che si confondevano con sospiri di stupore. Tra elefanti, tigri, acrobati e il ritmo di musiche che hanno saputo coinvolgere tutti gli ospiti del grande tendone. Intere famiglie, genitori, zii e nonni non vedevano l'ora di tornare a sorridere, di regalarsi e regalare un momento di gioia e socialità, di vita normale ai loro piccoli. Di farli rimanere estasiati davanti allo "spettacolo più bello del mondo". Che a Messina ha trovato una vera e propria "casa".
«Questa città ci ha accolto come figli, non sappiamo come ringraziare tutti i messinesi che ci hanno aiutato quando eravamo fermi - dice Darix Martini - quelli che in questi giorni hanno sentito il richiamo del circo e sono venuti a vedere i nostri spettacoli. Per noi – continua – non è stato affatto semplice vivere senza quello che è pane quotidiano, il nostro pubblico, e oggi non possiamo far altro che dire grazie a chi ci ha sostenuto in passato, il Comune e le associazioni, la Curia messinese perchè non ci hanno fatto mancare nulla, ma noi adesso vogliamo rialzarci con le nostre gambe, con i nostri spettacoli, con le nostre esibizioni, con le persone che entrano nel nostro tendone e ci regalano gratificazione per quello che sappiamo fare, che vanno via felici di essere venuti al circo, che girano per la città commentando che i nostri artisti, dopo oltre un anno di restrizioni, gli hanno fatto vivere un momento di gioia». Ed è accaduto proprio questo dallo scorso martedì, giornata inaugurale del ritorno in pista degli artisti guidati da Martini. Il circo ha fatto i numeri, in tutti i sensi. Gli artisti hanno dato il meglio di sè, la città di Messina ha risposto all'appello e, fortunatamente, lo sta continuando a fare prenotando tanti posti sotto il tendone.
Ma, nonostante gli aiuti ricevuti, il supporto di tante associazioni che non hanno risparmiato sostegni alla grande famiglia circense, oltre un anno di stop con sole uscite (basti pensare che mantenere in piedi un circo non attivo costa al giorno circa 150 euro soltanto di energia elettrica) li ha messi in ginocchio. Ma adesso vogliono ripartire, consapevoli che non potevano trovare posto migliore per farlo. Centocinquanta persone, un'intera comunità che ha sofferto ma che ha trovato a Messina una famiglia: i bambini sono stati accolti dalla scuola e dalla chiesa, alcuni di loro sono stati battezzati dall'arcivescovo Giovanni Accolla. «Qua abbiamo trovato parroci, maestre, professori e dirigenti scolastici che hanno coccolato i nostri figli - racconta commossa una delle mamme del circo – e credetemi, questo, per un genitore è il più grande regalo».
La vera sfida, per i circensi, però, comincia ora: «Adesso – spiega Darix Martini – che tutto può finalmente dipendere da noi vogliamo restituire a questa città quello che ci ha dato e speriamo che vengano a trovarci ancora in tanti anche per farci rialzare più forti di prima, per farci tornare a sorridere, lasciandoci alle spalle il brutto momento che stiamo vivendo e che, nonostante tutto, cerchiamo di affrontare senza piangerci addosso». Nella consapevolezza di un momento difficile che, con tutte le forze, si vuole superare l'augurio migliore per questa realtà è forse nelle parole di quella splendida preghiera recitata da Totò nel film "Il più comico spettacolo del mondo". Quando con l'immensa espressività di un grande artista, ma soprattutto l'animo di un uomo profondo, col trucco da clow in faccia il principe De Curtis recitava: "Fa che alla nostra mensa non vengano mai mancare pane ed applausi...C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità, manda se puoi qualcuno su questo mondo capace di far ridere me, come io faccio ridere gli altri".
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