«Quando si parla di Africa, spesso si pensa solo alla povertà e al bisogno di volontari. In realtà, occorrono anche figure professionali che possano fare ricerca e individuare gli strumenti adatti a superare le storture dell'economia di tali territori». Ad esprimere queste parole è Francesco Loiacono, 31enne messinese, che ormai da anni considera Kampala, la capitale dell'Uganda, la sua seconda casa. «Dopo Messina», tiene a precisare. Da diverso tempo, il ragazzo vive tra l'Africa e la Svezia, portando avanti vari progetti di ricerca nell'ambito del dottorato in “Economia dello Sviluppo”, che sta svolgendo all'Institute for International Economic Studies dell'Università di Stoccolma.
«L'obiettivo dell'Economia dello sviluppo - spiega il giovane - è quello di scoprire le cause della povertà nei Paesi più disagiati. Al momento, sono qui in Uganda e mi sto occupando di una ricerca che ha il fine di capire come aiutare i rifugiati che vivono in un Paese povero, a trovare lavoro». Non bisogna dimenticare infatti, che i rifugiati non sono presenti soltanto negli Stati ricchi, ma anche nelle zone più sottosviluppate. «Nello specifico - ha proseguito l'economista - facciamo degli esperimenti per osservare l'effetto di determinate politiche su campioni di individui, cercando poi di comprendere se grazie a questi interventi, riescono ad ottenere un'occupazione». La sua città natale, Francesco l'ha lasciata subito dopo il diploma al liceo classico “Maurolico”, per studiare “Economia e Scienze sociali” alla “Bocconi” di Milano. Terminato quel percorso, l'interesse per questo ambito, lo ha portato per la prima volta in Uganda, dove è inizialmente rimasto per 3 anni, lavorando come Research assistant.
«Questa branca dell'economia - racconta il messinese - mi ha sempre appassionato sin dagli anni universitari, poi l'esperienza sul campo mi ha fatto capire ancora di più, che questo era il settore in cui volevo specializzarmi». Per tale motivo in seguito, è tornato in Europa per il dottorato, cominciando così a fare la spola tra i due continenti. «Ho scelto Stoccolma - afferma Francesco - perché costituisce un polo accademico molto avanzato dal punto di vista dell'economia dello sviluppo e inoltre conoscevo uno dei professori, con il quale avevo già lavorato in precedenza». Viaggiare di continuo facendo la professione che ama, lo rende soddisfatto e felice, ma allo stesso tempo, ogni tanto, il peso di dover cambiare casa ogni 6 mesi, si fa sentire.
«L'anno scorso per esempio, ho avuto la possibilità di rimanere diversi mesi in America, frequentando l'Università di Chicago per una delle mie ricerche e questo ha rappresentato un privilegio - confida l'economista - ma a volte è dura e anche tornare a casa diventa complicato. Ovunque vada però, porto con me la mia fede calcistica messinese, raccontando a tutti la bellezza della nostra città e invitandoli a visitarla. Prima di rientrare in Svezia, a luglio, farò sicuramente tappa qui per le ferie». Concluso il dottorato, Francesco vorrebbe proseguire la carriera accademica e continuare a fare ricerca, aiutando i Paesi più poveri.
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