Lo Stato afferma di aver riconquistato un pezzo della città di Messina, quella "Scampia dello Stretto" punto nevralgico del traffico di droga. Sono state accertate oltre mille episodi di cessioni di droga che in certe occasioni, come riferito dai collaboratori di giustizia, riuscivano a garantire anche un guadagno di 17mila euro nei giorni di maggiore spaccio del fine settimana. E’ quanto emerge dall’operazione antidroga «Market place» condotta dalla Dda di Messina.
«Continua un’azione costante di investigazione sul territorio che porta buoni risultati proprio nella disarticolazione delle famiglie mafiose che sono particolarmente impegnate nel traffico tradizionalmente più lucroso che è quello delle sostanze stupefacenti, vale per tutto il territorio della provincia di Messina. La scorsa settimana con l’operazione dei carabinieri siamo intervenuti su Taormina e questa settimana il nucleo importante di distribuzione dello stupefacente nella zona di Giostra, che è uno di quelli a più elevata presenza di organizzazioni criminali», dice il procuratore capo di Messina Maurizio de Lucia
«L'attivita della polizia di Stato - aggiunge- è stata mirata non tanto ad individuare il singolo trafficante ma ad individuare una struttura, un luogo di distribuzione dello stupefacente,la strategia che le forze dell’ordine in questo caso hanno messo in campo è stata di colpire i singoli autori del reato ma anche di rendere impossibile l’utilizzo di quei luoghi nei quali è più facile procurarsi lo stupefacente».
"A Giostra - afferma- lo Stato c'è e rivendica il fatto che sul territorio c'è solo lo Stato, nel momento in cui le organizzazioni criminali provano a esercitare il proprio potere in alcuni pezzi del territoro la risposta dello Stato è particolarmente incisiva e forte come in questo caso". Soddisfazione per l’operazione e stata espressa dal prefetto Francesco Messina, direttore della sezione centrale anticrimine: «Oggi - ha sottolineato - è stato acquisito un pezzo di territorio che tradizionalmente è sempre stato una spina del fianco, si tratta di una criminalità strutturata che fa anche scelte sanguinarie tanto che le indagini partono con un tentato omicidio, tanto da richiamare la criminalità napoletana. La squadra mobile ha svolto una attività emblematica sotto il profilo delle tecniche di polizia giudiziaria. Siamo convinti che acquisire questo spazio per poi occuparlo con qualcosa di diverso dalla repressione, è il primo passo importante anche per la città di Messina». Ha poi proseguito: «Questa operazione ha una valenza significativa e simbolica per la realtà di Messina e per altre aree, per il metodo usato che dobbiamo utilizzare e trasportare anche in altre aree del territorio».
Il questore Vito Calvino ha invece indicato la difficoltà ad entrare in quello che era considerato un vero e proprio fortino: «Grazie ad una capillare e notevole capacità organizzativa, avevano messo su un articolato sistema basato su livelli di composizione familistica per gruppi di palazzine e mutua assistenza, un sistema collaudato e molto articolato che basava la sua esistenza anche sulla tecnologia e sulle vedette, così era facile neutralizzate la presenza delle forze dell’ordine e questo ha reso più lungo il nostro lavoro ma ci siamo riusciti».
Caricamento commenti
Commenta la notizia