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Messina, si rinnova il culto di San Giorgio Martire

E’ considerato il patrono dei cavalieri, dei soldati, degli schermitori e degli arcieri oltre che degli scout, ma soprattutto è sempre stato invocato contro la peste e la lebbra: quello di San Giorgio Martire (nato in Cappadocia e vissuto fra il III e il IV secolo dopo Cristo), venerato dalla maggior parte delle chiese cristiane, è un culto che si è diffuso e consolidato lungo i secoli in tutto il mondo; nei villaggi della zona nord e sud di Messina è stato tramandato probabilmente dai bizantini. Un legame di fede e devozione particolarmente sentito a Briga superiore - nella chiesa di “S. Nicola di Bari” è custodita la reliquia (un frammento osseo) appartenuta al Santo -. Ogni anno il 23 aprile, giorno della sua memoria liturgica, il complesso statuario ligneo risalente al 19mo secolo viene portato in processione per le vie del paese; la tradizione è stata interrotta lo scorso anno a causa della pandemia anche se il culto, per volontà del parroco mons. Nicolò Freni non si è mai affievolito.

“Avete un patrono potente, fate bene a essergli sempre devoti con affetto e trasporto”, ha detto il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro che ieri ha presieduto la celebrazione, sottolineando la dolcezza del volto di S. Giorgio e la potenza di quell’immagine a cavallo, legata alla forza della Croce portata dal martire, che il pastore definisce “l’arma più potente contro ogni forma di male”. Al termine della messa, concelebrata da mons. Freni e da padre Giovanni Scimone, storico vice parroco della comunità di Briga Superiore, è stata impartita la benedizione con la reliquia di S. Giorgio.

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