Dopo otto anni si pensava che il peggio fosse passato. La sistemazione dei grandi led e dei totem informativi, a luglio scorso sembrava aver sbloccato la situazione, ma nove mesi dopo, in realtà è ancora tutto spento. Le scalinate dell’arte, nate da un’idea della società Team Project, e poi proseguito dal Comune di Messina (con tre diverse amministrazioni) dopo mille vicissitudini, hanno preso forma da due anni a questa parte. Il progetto di poco più di un milione di euro prevede un elaborato programma di lavori che hanno portato ad un profondo maquillage di sette scalinate, alla loro trasformazioni in luoghi d’arte e anche alla loro rilettura in chiave multimediale. A luglio, sulle rampe disegnate dal piano Borzì dopo il terremoto per alleviare gli sbalzi di altezza della zona di via XXIV Maggio, furono installate oltre alle opere d’arte anche una serie di monitor che devono divenire l’interfaccia informativo per i turisti che si inerpicheranno puntando verso Montalto, il viale Principe Umberto o il Cristo Re. Sulle scalinate Caglià-Ferro, Sant’Anna, San Gregorio, la Rampa della Colonna, la Rosa Donato, la Rampa Operaia e la scalinata Mons. Francesco Bruno, ci sono dei monitor dai 46 ai 70 pollici che consentono di interagire con la banca dati del comune e promuovere quegli spazi e la città. Ma sono spenti. È accaduto che, una volta montati questi totem e questi grandi video, siano sorti dei problemi con il software.
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