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Caso Don Orione, arriva la proroga per un mese: i lavoratori della Faro 85 in protesta

La coop "estromessa" dall'affidamento del Don Orione verrà impiegata ancora per un mese. I lavoratori scendono in piazza e protestano davanti a Palazzo Zanca

Entro un mese fuori la coop Faro 85: è questo l'aut aut arrivato oggi da Asp e Comune di Messina che hanno inviato la comunicazione al Centro Don Orione, la struttura residenziale cittadina che si occupa di assistenza socio-sanitaria per persone con disabilità: non è più possibile prorogare l'impegno finanziario assunto e in scadenza oggi, per questo, nelle more dell'accreditamento regionale, a fornire l'assistenza agli ospiti del Don Orione saranno direttamente Asp e Comune attraverso la Messina Social City, previa autorizzazione del Don Orione che, però, non è ancora arrivata. Anche per questo si è reso necessario prorogare, per un mese, l'affidamento del servizio e fino al prossimo 30 aprile.

I sindacati

Sulla vicenda intervengono anche i sindacati confederali: «Senza alcun rispetto per lavoratori storici che, in trent’anni, hanno sempre fatto il loro dovere e che adesso sono nel panico, con un grande timore per il loro futuro». I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Giovanni Mastroeni, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi, raccolgono la rabbia e la preoccupazione dei lavoratori della Cooperativa Faro ’85 dopo la comunicazione dell’Amministrazione comunale che dal prossimo 1. aprile, scaduto il protocollo d’intesa tra Asp, Comune e Don Orione, sarà rimodulato il servizio all’interno della struttura per il centro socio-riabilitativo per handicap gravi. La Cooperativa Faro ’85 sta provvedendo già all’invio delle lettere di licenziamento per i primi 56 addetti.

«Contestiamo tutto – sostengono i rappresentanti sindacali – dalla decisione di non continuare il servizio alle modalità di comunicazione della interruzione del protocollo d’intesa avvenuta questa mattina, due giorni prima della scadenza con una lettera consegnata alle nostre Rsu». Per il servizio socio-riabilitativo il Comune ha informato che dal 1. aprile subentreranno i lavoratori di Messina Social City per la parte assistenziale, mentre per la parte sanitaria se ne farà carico l’Asp di Messina.

«Si crea – spiegano ancora – una gravissima crisi occupazionale e sociale per almeno una novantina di lavoratori che, anche in periodo di emergenza Covid della struttura, hanno lavorato al massimo e con grandi sacrifici personali e familiari, isolandosi all’interno del Don Orione, per non interrompere le terapie e l’assistenza ai disabili ed agli anziani». Cgil, Cisl e Uil chiedono l’apertura di un immediato tavolo di confronto tra Asp, Comune, Don Orione, Cooperativa Faro ’85 e sindacati per trovare una soluzione che non penalizzi lavoratori, pazienti ed ospiti della struttura

La politica

I consiglieri del M5s, intanto,  interrogano il sindaco e l’assessore Calafiore sul mancato rinnovo della convenzione fra Comune e Asp con un preavviso di appena due giorni, malgrado le rassicurazioni in Commissione e le “dichiarazioni trionfali” La scadenza della convenzione con il centro socio-riabilitativo “Don Orione”, gestito dalla cooperativa Faro ’85, con le relative conseguenze per i disabili gravi e gravissimi ospiti dell’istituto, nonché sul fronte occupazionale, con numerosi lavoratori a rischio.
È l’oggetto di un’interrogazione urgente presentata martedì 30 marzo, insieme al gruppo consiliare, dal consigliere comunale del M5s Giuseppe Fusco, che si rivolge al sindaco Cateno De Luca e all’assessore Alessandra Calafiore per conoscere i motivi del mancato rinnovo malgrado le “dichiarazioni trionfali” da parte dell’Amministrazione, per di più con un preavviso di appena due giorni.

«Oggi viene a scadere il protocollo d’intesa tra il Comune di Messina e l’Asp, con il quale è stato affidato il servizio socio riabilitativo residenziale per disabili gravi tramite i servizi resi dalla società Faro ’85, che sta già provvedendo con il licenziamento dei primi 56 addetti», spiega Fusco, che ricostruisce le tappe della vicenda, chiedendo spiegazioni alla Giunta per l’improvviso dietrofront.

«In prossimità della scadenza della convenzione, e precisamente il 25 febbraio 2021, è stata convocata un’apposita seduta della VII Commissione Consiliare per affrontare la questione. Nel corso dell’incontro, l’assessore Calafiore aveva comunicato la disponibilità da parte dell’Asp di garantire la continuità assistenziale e sanitaria svolta dal Centro riabilitativo, con i successivi ringraziamenti da parte di Padre Fiorentino, direttore dell’Istituto Don Orione, e del dottor Giacoppo, in rappresentanza della Faro ’85, soddisfatti per l’annunciato rinnovo dell’intesa. Sempre il 25 febbraio, fortemente preoccupato di eventuali intoppi burocratici e finanziari che potessero in qualche modo ritardare la stipula della nuova convenzione, io stesso ho appositamente chiesto all’Amministrazione se sarebbe stata in grado di garantire la necessaria continuità assistenziale. Malgrado le rassicurazioni da parte dell’assessore (“Si rientrerà nei tempi e il Comune metterà le somme necessarie”), appena qualche giorno dopo, senza alcuna comunicazione preventiva e contrariamente alle disponibilità manifestate nella seduta in Aula, abbiamo invece appreso dell’improvviso cambio di rotta, con la comunicazione “dell’impossibilità di prorogare il progetto e la convenzione in virtù della quale, sino ad oggi, Asp e Comune hanno erogato all’Istituto Don Orione le somme necessarie per l’assistenza dei disabili gravi e gravissimi, ospiti della predetta struttura, manifestando l’intenzione di garantire l’assistenza socio sanitaria in sostituzione degli operatori impiegati sino ad oggi”». Tre in particolare i quesiti di Fusco e dei colleghi del M5s: conoscere i motivi per i quali l’Amministrazione ha rappresentato l’impossibilità di prorogare il progetto e la convenzione sopracitata; sapere con quale personale socio assistenziale l’Amministrazione garantirà l’assistenza ai disabili gravi e gravissimi ospiti dell’Istituto Don Orione; sapere come intende intervenire al fine di garantire la continuità delle prestazioni professionali erogate dai dipendenti della Coop. Faro 85, impegnati nel settore da anni.

Sul punto è intervenuto anche il consigliere di Fratelli d'Italia Libero Gioveni: “Il triste epilogo della delicatissima vicenda del Don Orione che da domani non potrà praticamente più contare sui circa 55 operatori della cooperativa Faro 85, rappresenta un esempio di autentica schizofrenia politica di questa Amministrazione che, solo qualche settimana fa, aveva dato ampie garanzie su ogni fronte, mentre adesso infligge il colpo di grazia a una categoria di lavoratori rivelatisi da sempre autentici “angeli” per i disabili gravi e gravissimi dell’Istituto”.

E’ un fiume in piena il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’italia, che dopo aver presentato una interrogazione il 14 dicembre scorso sulla paventata scadenza (proprio nella giornata di oggi) del protocollo d’intesa fra Comune, ASP e Istituto Don Orione per la cura e l’assistenza di circa 40 disabili e dopo aver richiesto e ottenuto una “rassicurante” seduta della Commissione servizi sociali svoltasi il 25 febbraio scorso, stigmatizza la scelta dell’Amministrazione De Luca di non rinnovare più la convenzione affidando improvvisamente alla Messina social city l’onere del delicatissimo servizio assistenziale.

Come è potuto accadere– si chiede costernato Gioveni - che nel giro di qualche giorno dalla Commissione del 25 febbraio dove si era praticamente “brindato” con l’assessore Calafiore per aver sancito l’accordo con l’ASP per il rinnovo del protocollo, sia tutto cambiato?

Cosa ha portato realmente l’Amministrazione a rivedere la sua decisione?

E ancora:

Secondo quale criterio di legge o di improvvido “bon ton” si può annunciare, a sole 48 ore prima della scadenza, a decine di lavoratori che devono lasciare il servizio?* – prosegue nelle sue domande il consigliere.

*E come si può pensare che la Messina social city nel giro di qualche ora si possa organizzare col proprio personale impegnato in altre delicate incombenze per gestire un servizio così importante rivolto a decine di soggetti fragili, peraltro molti di questi ultimi abituati a vedere da 20 anni le stesse facce?

Il capogruppo di FdI poi entra nel merito dei costi.
L’avvisaglia di quanto stava per accadere– evidenzia Gioveni – stava nell’assenza delle somme in Bilancio (che negli ultimi 3 anni erano quantificate in circa 1 milione e 400 mila euro in aggiunta ai 350.000 euro messi a disposizione dall’ASP) per le quali in ogni caso avevo suggerito all’assessore Calafiore una urgente delibera di Variazione di Bilancio da approvare subito in Consiglio Comunale.

Ma niente di tutto ciò– spiega amareggiato l’esponente di Fdi. Anzi, nemmeno la concessione di una anche minima proroga del servizio in attesa di definire meglio la nuova gestione/organizzazione.
Ora, al netto della drammaticità occupazionale che investe tanti padri di famiglia della Faro 85 – si chiede ancora il consigliere comunale - come pensa Messina social city di trovare ed impiegare all’improvviso decine di operatori qualificati?
E soprattutto, se il problema sono i costi, ammesso che dal cilindro si tirino fuori questi nuovi lavoratori, sindaco e assessore ai servizi sociali pensano davvero che costi parecchio di meno all’Ente mantenere queste figure, peraltro con dei Bilanci dell’azienda speciale non ancora approvati in Consiglio Comunale?
E infine, fatto non da poco, vista la rigida e legittima presa di posizione dei titolari religiosi del Don Orione che non sembrano voler far accedere personale diverso da quello della Faro 85 all’interno dell’Istituto, in quale struttura pensa l’Amministrazione di poter portare in poche ore questi soggetti fragilissimi?

Insomma– conclude Gioveni – una pagina triste si sta per consumare proprio in questa settimana santa in cui i valori della solidarietà e dell’amore verso i più deboli dovrebbero ispirare ancora di più chi ha in mano non solo il futuro di 55 famiglie, ma anche e soprattutto la serenità di circa 40 “persone speciali” che di certo, anche sforzandosi, non potrebbero mai spiegarsi il perché di tutto quanto sta sconsolatamente accadendo.

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