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Barcellona, tentarono di uccidere un ristoratore di Merì: tre arresti

Tre “barcellonesi” accusati di tentato omicidio. Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Messina, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Messina, a carico di tre cittadini barcellonesi, indiziati, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, detenzione illecita di armi, porto abusivo di arma e rapina con l’aggravante del metodo mafioso poiché commessi al fine di agevolare le attività illecite dell’associazione di stampo mafioso dei “Barcellonesi”.

La misura cautelare è stata applicata nei confronti del 31enne Salvatore Chiofalo e del 28enne Santino Benvenga, già detenuti dal gennaio del 2018 in relazione ad un’altra ordinanza cautelare emessa nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Gotha 7 e del 27enne Carmelo Cannistrà, già detenuto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto perché coinvolto nel traffico di sostanze stupefacenti emerso nell’ambito dell’inchiesta denominata “Dinastia” eseguita nel febbraio del 2020.

La vicenda

Il provvedimento scaturisce dalle indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto avviate subito dopo il tentato omicidio, commesso il 30 maggio 2015 nei confronti di un ristoratore di Merì. Quella sera, tre individui, sfruttando la copertura della vegetazione, si erano appostati nelle immediate vicinanze del cancello di ingresso dell’abitazione del malcapitato, tendendogli un agguato. Nella circostanza, mentre l’uomo stava facendo rientro nella propria abitazione a bordo della propria autovettura, in attesa della completa apertura del cancello, era stato avvicinato da uno dei malviventi che tentava di aprire lo sportello della vettura ed in quel frangente esplodeva numerosi colpi di pistola all’indirizzo della vittima, illesa poiché i colpi esplosi erano stati attutiti dalla carrozzeria dell’autovettura. L’imprenditore, grazie ad una manovra repentina, era poi riuscito a ripararsi all’interno della sua abitazione.
Alcune settimane dopo questi fatti, nel luglio 2015, nell’ambito di una indagine parallela, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona e della sezione Anticrimine del ROS di Messina, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno rinvenuto, in un’abitazione abbandonata di Barcellona Pozzo di Gotto, un arsenale di armi e munizionamento, dei Barcellonesi. In particolare tra le armi sequestrate anche due pistole calibro 9x21 dello stesso tipo utilizzato per il tentato omicidio.

Le analisi

Le indagini scientifiche sono proseguite anche con gli accertamenti biologici. In particolare sono stati estratti i profili di Dna dai mozziconi di sigaretta rinvenuti sul luogo del tentato omicidio e da quelli trovati all’interno dell’abitazione dove erano state rinvenute le armi. Grazie alla comparazione dei profili genotipici ottenuti con quelli di alcuni soggetti ritenuti all’epoca dei fatti sodali all’associazione mafiosa barcellonese si è potuto accertare che nei mozziconi di sigaretta rinvenuti sul luogo del tentato omicidio erano presenti i profili Dna appartenenti a Benvenga ed al Cannistrà.

Il provvedimento

Il gip del Tribunale di Messina, condividendo la ricostruzione operata dall’Ufficio di Procura, a seguito dei convergenti elementi probatori acquisiti nel corso delle indagini dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, ha emesso l’ordinanza di carcerazione a carico degli indagati.

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