Avevano preparato una lettera accorata tutti insieme i librai messinesi, ieri mattina, per gridare la loro indignazione dopo il diktat deluchiano di chiusura per la “zona rossa” in salsa peloritana, nonostante l’apertura permanga anche in condizioni molto critiche nel resto del Paese, sulla scorta del Dpcm del Governo. Ma la salsa peloritana, come una maionese “impazzita”, nel pomeriggio di ieri è nuovamente cambiata gettando nella più totale confusione un’intera città su aperture, chiusure, orari, asporto e diporto, mari e monti, guelfi e ghibellini, perfino... Coppi e Bartali. I libri sono cibo giornaliero per l’anima, nutrono la mente, fanno volare e conoscere, pagina dopo pagina, piega dopo piega, risvolto dopo risvolto. E quindi manteniamo questo appello dei librai anche dopo il deluchiano dietrofront, contro tutte le discriminazioni verso la parola scritta che in questi mesi è stata perpetrata da provvedimenti spesso molto poco sensati.
La lettera che ospitiamo è firmata da Daniela Bonanzinga, Viviana Montalto, Alessandra Morace, Salvatore Trimarchi e Fabrizio Guglielmo, coraggiosi manutentori di scaffali affollati di parole nella nostra città che ormai da mesi lottano per sopravvivere, davanti a quelle porte aperte verso l’infinito, e idealmente rappresentano tutti i librai messinesi.
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