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Terremoto di Messina, uno squarcio lungo 112 anni

La città pianse 70mila vittime e da allora iniziò un'altra storia: il sindaco e le autorità di sono

«La bianca torre del Faro è spaccata e i suoi enormi ferri si torcono come serpenti calcinati. Neanche una casa è rimasta intatta, neanche una! Ce ne sono che si ammassano sulla strada, in mucchi di polvere, dai quali fuoriescono travi ingarbugliate. Altre, non hanno più che muri sventrati. Le più solide sembrano sopravvivere ma, mano a mano che ci si avvicina, si vedono buchi enormi, fenditure a zig-zag, dall’alto in basso. Talvolta, una chiesa, dalle volte che superano le case ordinarie, mostra, sopra le sue rovine, un avanzo di muro con affreschi dai vivi colori. Il mare furioso, dopo che la terra ebbe smosso le sue fondamenta, diresse i suoi flutti sulle case già scosse, e si ritirò trascinando la maggior parte delle facciate... Infine, Messina; o almeno lo scheletro contorto di ciò che fu Messina. Nulla! Nulla! Non resta più che un caos fumante di pietre accumulate. La Palazzata ha l’aria di un’immensa mascella scheggiata, da cui sbuffa un soffio di pestilenza e di fuoco...».

In queste parole la straziante testimonianza dell'arrivo a Messina del giornalista francese Jean Carrere come si legge nel suo reportage sul terremoto del 28 dicembre 1908. A 112 anni di distanza la città continua a ricordare quel tragico momento di cesura della sua storia e di perdita della propria identità accumulata nei secoli. Da quel momento nulla fu come prima, nacque un'altra città con rare tracce di un passato stravolto e cancellato. Per ricordare le oltre 70mila vittime messinesi di quel sisma sono diversi i momenti promossi dal comune, e da associazioni e comitati, anche se quest'anno tutto è condizionato dalle disposizioni anti-Covid. Il sindaco e le autorità cittadine si sono recati al gran camposanto per onorare la memoria dei morti sotto le macerie di Messina e degli altri comuni della provincia e della Calabria. Un altro momento di rievocazione previsto ai piedi della colonna crocifera in piazza immacolata di marmo e poi durante la messa del pomeriggio in cattedrale. Nel corso dell'omaggio ai piedi della colonna crocifera di piazza Immacolata è stata collocata la targa che ricorda il terremoto.

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