Si è concluso con 12 condanne, per un totale di circa 74 anni di reclusione, il processo con il rito abbreviato sulle risse provocate ad arte per costringere i gestori di discoteche, lidi e locali notturni di Messina ad assumere buttafuori. Sono stati condannati Kevin Schepis a 13 anni e 4 mesi, Giuseppe Esposito 11 anni e 10 mesi, Giovanni De Luca 12 anni e 2 mesi, Giovanni Lo Duca, 11 anni e 8 mesi, Eliseo Fiumara 6 anni e 4 mesi, Domenico Mazzitello e Vincenzo Gangemi 6 anni e 8 mesi ciascuno. Sono stati inoltre condannati Andrea Fusco 1 anno e 4 mesi, Placido Arena, 1 anno e 8 mesi, Cristian Messina 1 anno e 4 mesi, Antonino Rizzo 1 anno e 10 mesi e Giuseppe Cardia 3 mesi e 10 giorni. La sentenza è del gup Tiziana Leanza che ha anche rigettato la richiesta di patteggiamento per Giuseppe Surace, la sua posizione sarà trattata in un’altra udienza. Il pubblico ministero Roberto Conte aveva chiesto condanne che oscillavano da un massimo di 16 anni fino ad un anno e mezzo. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e sfociata a novembre 2019 nell’operazione «Flower», ha fatto luce su una cellula che, secondo l’accusa, nell’ambito della gestione dei servizi di sicurezza dei locali della movida voleva imporre ai responsabili della sicurezza ed ai titolari dei ritrovi l’assunzione di personale addetto alla vigilanza, tentando in alcuni casi, di estromettere la concorrenza.