Messina, scheletri di alberi e chioschi chiusi: piazza Cairoli è sempre più un deserto - Foto
Era stato facile profeta il sindaco De Luca qualche giorno fa: «Ora si sprecheranno i commenti sulle modalità del taglio come già successo per la via Tommaso Cannizzaro». Il riferimento ovviamente è all'imponente operazione di potatura degli alberi di piazza Cairoli. È come se si fosse passati dalla Foresta Nera al Gran Canyon, dal verde di quell'area boscata sorta, in verità, senza alcun nesso logico, come tante altre scelte di pianificazione e di arredo urbano a Messina, a un'area cimiteriale fatta di scheletri di piante, di edicole e chioschi chiusi, di panchine a forma di bara e di una griglia-tettoia il cui profilo grigio risalta ancor di più ora che non ci sono neppure le tracce del verde passato. In questo momento, se si dovesse votare la piazza più brutta d'Italia, crediamo che la nostra Cairoli potrebbe fregiarsi del primo posto assoluto. Brutta, denudata, triste, dove ogni cosa è al posto sbagliato o forse era al posto giusto ma poi il complessivo decadimento urbano della città ne ha vanificato lo spirito originario. L'articolo completo nell'edizione odierna di Messina della Gazzetta del Sud.