Messina

Martedì 07 Maggio 2024

Blitz con 94 arresti sui Nebrodi, così la "Terza mafia" aveva preso il sopravvento - Nomi e foto

Antonio Faranda
Calogero Barbagiovanni
Carmelo Barbagiovanni
Davide Faranda
Gaetano Faranda
Gianluca Faranda
Gino Bontempo
Giuseppe Condipodero Marchetta
Giuseppe Marino Gammazza
Mirko Talamo
Salvatore Aurelio Faranda
Salvatore Costanzo Zammataro (classe 82)
Sebastiano Bontempo (classe 69)
Sebastiano Bontempo (classe 72)
Sebastiano Conti Mica
Vincenzo Galati Giordano (classe 69)

U uappu, u biondino, u carrettere, lupin, u muzzuni, belloccio e scarabocchio. Tra i volti, i nomi e i soprannomi tipici dei mafiosi veri o presunti o per sentenza passata in giudicato, c’è un dato fondamentale che emerge dall’operazione “Nebrodi”, che ieri ha portato a 94 arresti. E cioé che la cosiddetta “terza mafia”, soprattutto quella dei Batanesi, aveva preso il sopravvento nell’intera provincia di Messina, approfittando del momento di grande difficoltà di cosa nostra barcellonese e della sostanziale lontananza di quella messinese (c’è agli atti documentato un viaggio di un gruppo di tortoriciani a Messina per trattare partite di droga). Ma aveva fatto di più. In alcune aree - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - che tradizionalmente erano sotto il “dominio” di cosa nostra barcellonese, per esempio Montalbano Elicona, si era completamente sostituita nel “governo” degli interessi mafiosi. Scrive il gip Mastroeni che emerge: «... l’attività di un gruppo di comando, costituente la leadership del sodalizio, e formato da Bontempo Sebastiano, inteso “uappo”, e, in posizione subordinata ma abilitati all’esercizio di importanti funzioni vicarie, da Galati Giordano Vincenzo, inteso “Lupin” e Bontempo Sebastiano, inteso “biondino”».

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