Emozione, commozione. Pensieri solo al passato, rivolti a una onorata carriera, non a ciò che sarà. Carico di sentimento il commiato del generale di Corpo d’armata Luigi Robusto, comandante del Comando interregionale carabinieri Culqualber. Prima di andare in pensione, ha voluto salutare la città durante un incontro con la stampa tenutosi nella caserma “Bonsignore”. Una città “che mi ha dato tanto, in cui ho chiesto di rimanere anche quando ho avuto l’opportunità di andare via per altre esperienze”. Per 50 anni ha servito lo Stato, “per il quale mi farei anche ammazzare”, ha detto Robusto. Che ha ammesso: “Qui si è completata una poesia lunga 50 anni”. Sia in Sicilia che in Calabria, territori che recentemente “hanno dialogato bene e in cui operano 14mila carabinieri, si è costruito un percorso virtuoso ma in modo semplice, facendone una ricchezza per tutti”. Robusto, tra le altre cose, si è soffermato sull’impiego del reparto speciale dei Cacciatori. “Devono essere utilizzati a seconda delle specificità territoriali e delle esigenze. In Calabria vanno bene così”, in Sicilia, invece, c’è qualcosa da rivedere. Ecco perché ha già proposto di “sostituirli con squadriglie che potrebbero essere molto utili, ad esempio in parchi come quello dei Nebrodi, al servizio delle Compagnie e delle Stazioni dei carabinieri”. “Messina - ha concluso - è una delle più belle tra le 18 città in cui ho prestato servizio. Lo splendore che offre percorrendo verso mare il Boccetta è unico. La ricorderò per sempre”.