Accoglienza e inclusione, prossimità e condivisione: attorno al Presepe, oggi più che mai, si condensa il senso della nuova umanità, che nel modello della Famiglia vuol ritrovare se stessa. Questo il messaggio consegnato dall'arcivescovo alla città, nella celebrazione della Notte di Natale in Duomo, gremito di fedeli per il tradizionale momento della deposizione del Bambinello nella grande capanna allestita. Una celebrazione particolarmente sentita, animata dai giovani del Seminario arcivescovile e allietata dal canto della Cappella "S. Maria Assunta" accompagnata e diretta da Orazio Sturniolo. Stamattina, sempre in Cattedrale, il solenne pontificale presieduto dal vescovo ausiliare mons. Cesare Di Pietro, al quale hanno partecipato autorità civili e militari. "Dio infinitamente grande si fa Bambino per ricondurci alla dignità dell'uomo: questo è il "paradosso" del Natale. Così il presule si è rivolto ai presenti richiamando l'urgenza che a "Messina, città accogliente, vengano abbattute tutte le barriere sociali e culturali", perché solo così potremo condividere la gioia della Festa. Forte il richiamo del pastore a quanti rifiutano l'accoglienza nei propri quartieri degli sfollati che vivono gravi disagi abitativi. La messa, concelebrata dai canonici del Capitolo protometropolitano, è stata animata dalle corali La Perosiana e Delle Vittorie accompagnata e diretta da don Giovanni Lombardo e Giuseppe Romeo.