Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

"Senza tregua", chiesta la conferma delle 17 condanne dei boss della mafia dei Nebrodi - Nomi e Foto

La conferma delle pesanti condanne inflitte in primo grado è stata chiesta, dal procuratore generale, in apertura del processo d'appello relativo all'operazione “Senza tregua”, scattata nel 2016 sui Nebrodi ed eseguita dalla polizia di Capo d'Orlando e di Tortorici sotto il coordinamento della Dda di Messina. La Corte d'Appello (presidente Sicuro) ha quindi dato la parola al numeroso collegio difensivo e sono state ascoltate le arringhe di tutti gli avvocati impegnati ad eccezione di Alessandro Pruiti Ciarello, Nino Favazzo e Laura Todaro che prenderanno la parola l'8 gennaio 2020 quando, al termine, la Corte si ritirerà per la sentenza. In attesa ci sono 17 imputati (22 in origine, per gli altri 5 si è proceduto in separata sede) coinvolti nel blitz che stroncò la ricostituzione del clan dei Bontempo Scavo.

Il pg ha chiesto la conferma delle condanne per: Antonio Foraci, di Tortorici, inteso “u' calabrisi”, ritenuto il presunto capo, ristretto al carcere duro (41 bis, a Milano) dal gennaio 2017 (30 anni in primo grado). Quindi 14 anni e 8 mesi per la moglie, Calogera Rina Costanzo e 15 anni e 8 mesi per il figlio Cristian Foraci, in primo grado assolto per un capo di imputazione. Accusati di associazione mafiosa finalizzata all'estorsione e alla tentata estorsione, oltre ai Foraci, anche Giovanni Montagno Bozzone, originario di Tortorici, residente a Torrenova, condannato a 12 anni e Massimo Salvatore Rocchetta, di Tortorici, 13 anni e 4 mesi. Gli altri imputati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e alla cessione di stupefacenti, altri ancora di singoli casi di detenzione e cessione.

Chiesta la conferma della condanna per: Giovanni Aspri, di Messina, 15 anni e 8 mesi; Giuseppina Chiaia, domiciliata a Capo d'Orlando, 8 mesi; Francesco Costanzo, di Bronte, 1 anno e 9 mesi. Quindi, per un gruppo di imputati di Tortorici: Luca Destro Pastizzaro a 11 anni; Andrea Favazzo a 1 anno e 6 mesi; Gianluca Favazzo a 11 anni; Sebastiano Favazzo a 14 anni; Roberto Galati Giordano a 10 anni e 8 mesi. E ancora: Sebastiano Galati Rando, di Maniace, a 2 anni e 10 mesi; Simone Ingrillì, di Capo d'Orlando, a 6 mesi; Giuseppe Domenico Raneri, di Sant'Agata Militello, a 8 mesi; Vincenzo Rosano, di Adrano, a 10 anni.

Venne dichiarata sospesa la pena a Chiaia, Ingrillì, Raneri, Favazzo Andrea e Costanzo. Il 18 dicembre 2016 Giuseppe Sinagra, residente a Sinagra, arrestato nella “Senza tregua”, è stato condannato a 6 anni, per associazione mafiosa finalizzata all'estorsione, con l'abbreviato. Secondo l'accusa, a Tortorici, oltre ai “Batanesi”, l'egemonia sarebbe passata sotto il controllo dei Bontempo Scavo, i cui storici capi, i fratelli Cesare e Vincenzo, da anni sono ristretti al carcere duro con condanne definitive per “Mare Nostrum”. Un loro vecchio affiliato, Antonio Foraci, avrebbe preso le redini del clan con una conduzione “familiare” nella gestione delle estorsioni, insieme alla moglie e al figlio. Insieme a loro anche Rocchetta, Montagno Bozzone e Sinagra. Un altro gruppo si sarebbe dedicato allo spaccio verso altri comuni nebroidei. Antonio Foraci, che è già ristretto al carcere duro, viene ritenuto il capo.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia