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Messina, la banda di spacciatori italo-albanese fermata a Mangialupi: chieste condanne fino a 21 anni - Foto

Otto richieste di condanna, alcune molto pesanti, dai 12 fino ai 21 anni di carcere, per i riti abbreviati all'udienza preliminare per l'operazione “Tunnel”, con cui la Distrettuale antimafia e la Squadra mobile ancora una volta hanno focalizzato l'attenzione sul gruppo criminale di Mangialupi, storicamente dedito al traffico di stupefacenti.
In otto infatti hanno scelto il rito abbreviato, per sei l'udienza continua con il rito ordinario, una posizione è stata stralciata.

Quindici gli imputati. A luglio scorso finirono in dodici in manette, 9 messinesi e 3 albanesi. Si tratta di Santino Di Pietro (21 anni), Francesco Delia detto “puffo” (29 anni), Francesco Maggio detto “cesco” (35 anni), Salvatore Micari (34 anni), Domenico Pappalardo (34 anni), Francesco Di Giovanni detto “papocchio”, di Milazzo (56 anni), Cristian Restuccia (26 anni), Andrea Caporlingua (27 anni), Antonino Ieni (59 anni, all'epoca già detenuto per altra causa).

E poi Ajet Cepaj (50 anni) e Rito Mecaj (57 anni) dimoranti a Barcellona, Ernard Hoxha (34 anni) residente a Lecce. Qualche settimana dopo la polizia catturò un altro indagato, l'albanese Klaidi Kaka, 29 anni, con dimora a Ragusa. E rimangono due albanesi ancora latitanti, ovvero Myzafer Binaj, 40 anni, e Gerti Kalaj, 29 anni.

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