Detriti, pietre di grosse dimensione, legna, fango: il giorno dopo l'ennesima alluvione, il torrente San Michele sembra un campo di guerra. Pericolo scampato per tanti residenti: alcuni hanno trovato riparo sui cofani e sui tetti delle automobili per mettersi in salvo, altri per evitare che le vetture venissero trascinate via dalla furia dell'acqua hanno rischiato la loro pelle. Nessun ferito ma tanta paura.
Al momento sono circa trenta i nuclei familiari isolati tra le varie frazioni del villaggio. In prevalenza coloro che vivono in abitazioni che sorgono sulla sponda collinare del torrente. Per entrare o uscire da casa devono attraversare il letto del torrente stesso: unica via d'accesso.
Ma ora il torrente è letteralmente sottosopra, alcune macchine sono ancora incastrate, altre ferme nei box interni. Atteso l'arrivo della protezione civile per liberare gli accessi e i varchi per raggiungere la strettissima strada che taglia il villaggio. Una situazione paradossale, identica da decenni, conosciuta alle istituzioni che però, ad oggi, non sono intervenute per trovare una situazione definitiva.
Dopo il violento acquazzone di ieri, danni si sono registrati nelle zone a monte del torrente, come contrada Pisciotto, dove l'acqua e la terra hanno invaso il piano terra di alcuni stabili e i cortili. Stesso discorso nelle contrade Reginella e Casamata. Dove vivono anche una ragazzina disabile bloccata in casa già da ieri sera e anche alcuni anziani. In alcune case manca l'acqua, ma è già stata avvisata l'Amam che si è occupata anche di ripristinare dei tombini saltati.
I residenti ora chiedono che gli appelli, una volta per tutte, vengano ascoltati: «Ogni autunno ripetiamo la solita filastrocca, la situazione non è cambiata – ha commentato la consigliera della Quinta Circoscrizione, Lorena Fulco, originaria proprio di San Michele -. Lotto per questa problematica da 14 anni e chi è più grande di me da ancora più tempo. Nel 2019 viviamo in un villaggio con un'unica arteria di collegamento larga cinque metri, senza alcuna via di fuga. In questo momento siamo isolati.
Ieri abbiamo avuto tanta paura perché abbiamo rischiato di morire. Questo succede in un contesto in cui le case sono state tutte costruite secondo legge, non esiste abusivismo a San Michele, nonostante ci sia chi insiste a dire il contrario. Siamo amareggiati e impauriti ma continueremo a batterci. L'assessore Massimo Minutoli ha dimostrato subito sensibilità al problema, vanno ripristinati gli accessi alle abitazioni e poi si sblocchino i 7,3 milioni di euro stanziati per la messa in sicurezza della zona. Sono propensa a dare vita a un presidio fisso sulla strada aspettando che vengano a darci una mano concreta, avviando il progetto che prevede la creazione di una corsia di transito alternativa, delle vie di fuga stabili e delle aree di parcheggio idonee. Così è impossibile vivere. Non sappiamo perché è fermo il progetto, perché non partono i cantieri. In fase preliminare è stato approvato, poi si è arenato».
Intanto nel pomeriggio, alle 15, è previsto un sopralluogo del sindaco Cateno De Luca, accompagnato dal consigliere comunale Giandomenico La Fauci, per constatare la situazione e decidere il da farsi. «Non vogliamo un'altra Giampilieri – ha detto La Fauci -, i pericoli non vanno sottovalutati, si intervenga prima che sia troppo tardi».
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