I moniti, gli appelli, le esortazioni a far sì che tragedie come quella del 1 ottobre 2009 non si ripetano mai più e la voglia di rinascere, tornare alla normalità di un paese che adesso può essere definito più sicuro.
C'è ancora tanto da fare a Giampilieri, dopo la fase emergenziale e la messa in sicurezza, servono le manutenzioni, la perimetrazione delle aree, serve far tornare nella propria casa chi vorrebbe, ma non può, hanno ribadito le autorità presenti alla commemorazione in occasione del decennale dell'alluvione: i rappresentanti dei comitati civici "Salviamo Giampilieri" e " Giampilieri 2.0", della Protezione civile, il sindaco di Messina, l'ex deputato Filippo Panarello, l'assessore regionale Bernadette Grasso.
I nomi delle 37 vittime letti ad alta voce e scanditi dal suono delle campane, un fiume di candele accese verso la chiesa Madre e la speranza che quella luce riscaldi i cuori delle tante famiglie spezzate dall'alluvione e riaccenda un paese che vuole tornare ad essere vivo.
«Nel decimo anniversario dell’alluvione che ha colpito la riviera Sud di Messina, desidero rivolgere un commosso pensiero alle trentaquattro vittime innocenti - ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci, a margine della cerimonia commemorativa a Scaletta Zanclea -. Il pesante bilancio di quel giorno deve servire da monito e da sprone per ciascuno di noi chiamato a compiere ogni sforzo per evitare il ripetersi di tragedie simili. Ai familiari va il mio abbraccio affettuoso, a nome di tutta la comunità siciliana».
Per le opere di messa in sicurezza del territorio di Messina e della provincia colpiti dall’alluvione del primo ottobre - spiega la Protezione civile - sono stati stanziati e spesi, a tutt'oggi, circa 170 milioni di euro destinati per interventi di consolidamento e messa in sicurezza, sul territorio di Giampilieri e in tutta l’area interessata. Realizzato e completato il 95% delle opere.
L’1 ottobre 2009 il violento nubifragio colpì Giampilieri, borgo vicino Messina, Scaletta Zanclea e Itala. Con decreto del 2 ottobre 2009 la presidenza del Consiglio dei ministri aveva dichiarato lo stato di emergenza per avversità atmosferiche cui seguivano facevano seguito le ordinanze della presidenza del Consiglio dei Ministri per gestire gli interventi necessari per consentire un rapido rientro alle condizioni di normalità.
«Abbiamo agito con scrupolo e massimo impegno - dichiara Calogero Foti, responsabile del Drpc Sicilia - per restituire nel minor tempo possibile condizioni di sicurezza ai luoghi colpiti dal disastro e un ritorno alla normalità alla popolazione. Camminare oggi nei luoghi della tragedia ci conforta e ci fa sentire a posto con la coscienza».
«Non possiamo riavvolgere il nastro e restituire la vita alle vittime di Giampilieri e dell’alluvione - continua Foti - ma nella decima ricorrenza dell’evento possiamo camminare per le strade dei borghi colpiti e dire agli abitanti che abbiamo fatto il possibile per realizzare le opere individuate nelle ordinanze e far tornare a vivere le comunità. Abbiamo realizzato e completato il 95% delle opere e rimangono da definire solo opere residuali».
«Siamo molto soddisfatti di quanto è stato fatto in questi anni per la ricostruzione e la messa in sicurezza di Giampilieri e possiamo affermare che ora il paese è sicuro», dice Corrado Manganaro, presidente del comitato di
Giampilieri (la frazione più colpita).
«Stiamo lavorando - prosegue Manganaro - anche con l'associazione di giovani 'Giampilieri 2.0' per la ricostruzione del tessuto sociale e culturale del borgo attraverso la realizzazione di iniziative che serviranno per rivitalizzare il paese. Importante anche quello che sta facendo per la nostra comunità la chiesa e i ragazzi della scuola Simone Neri. Valuteremo come utilizzare i fondi bloccati, come annunciato dal sindaco di Messina Cateno De Luca, insieme alla Protezione civile, per la creazione di nuove attività sul territorio».
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