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Il pestaggio dell'uomo che "parlò male del boss", a Messina condannati Lo Duca e i suoi fedelissimi - Nomi e foto

Condanne pesanti a Messina per il boss mafioso di Provinciale Giovanni Lo Duca, e per i suoi “uomini di fiducia” Domenico De Pasquale, Domenico Romano e Felice Vita. Al centro dell'udienza preliminare di oggi la storia della spedizione punitiva ai danni dell’uomo che “parlò male del boss”.

Una vicenda emblematica della pressione che esercita sul territorio l’organizzazione mafiosa, con alcuni picciotti che piombano in casa del "colpevole designato” e lo minacciano davanti alla moglie e alla figlia, con una pistola e un coltello, e poi lo pestano a sangue davanti ai familiari. Il gup Maria Vermiglio ha sostanzialmente accolto le richieste dell'accusa, rappresentata dal pm Antonio Carchietti, ed ha condannato tutti: a 5 anni De Pasquale; a 5 anni e mezzo il boss Lo Duca; a 5 anni e 10 mesi Romano; a 5 anni e 4 mesi Vita. Disposto anche il risarcimento dei danni alla parte civile.

Secondo quanto hanno ricostruito a suo tempo  gli investigatori della Mobile, la vittima della spedizione punitiva «avrebbe parlato male di Giovanni Lo Duca», considerato dalla Dda e dagli investigatori il boss mafioso di Provinciale e a quell’epoca, eravamo nel marzo del 2018, detenuto. E Lo Duca è ritenuto dalla Mobile e dalla Procura il mandante della spedizione punitiva.
Romano, Vita e De Domenico, sono invece considerati gli esecutori materiali del raid. I tre dovevano rispondere dei reati di lesioni gravi, violazione di domicilio, porto e detenzione di arma da fuoco, aggravati dal metodo mafioso. La Mobile grazie alle intercettazioni, all’analisi dei video delle telecamere vicine all’abitazione della vittima, e all’escussione di alcune testimoni, ricostruì la dinamica dell’episodio.

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