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Mafia, le mani del clan Romeo-Santapaola su Messina: otto condanne nell'inchiesta "Beta 2" - Nomi e foto

Otto condanne all’aula bunker del carcere di Gazzi decise in serata dal gup Monica Marino per gli imputati dell’operazione antimafia “Beta 2” che hanno scelto il rito abbreviato. Si tratta della seconda tranche dell'inchiesta sul gruppo mafioso dei Romeo-Santapaola, la "cellula" che ha governato la città in stretto raccordo con il clan etneo dei Santapaola, anche per parentela diretta.

Inflitti 10 anni e 8 mesi di reclusione per il reato associativo mafioso ai fratelli Antonio Lipari e Salvatore Lipari, a Giuseppe La Scala e a Maurizio Romeo. Per il funzionario comunale di Messina Salvatore Parlato decisa la condanna a un anno e 600 euro di multa. Al pentito milazzese Biagio Grasso inflitti 8 mesi con l'attenuante prevista per i collaboratori di giustizia.

Pena lieve anche per il messinese N.L., un anno e 10 mesi di reclusione. Infine per Vincenzo Romeo il gup ha deciso la condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione per estorsione e traffico di influenze illecite. Il 16 aprile scorso l’accusa formulò otto richieste di condanna, alcune piuttosto pesanti. Furono i sostituti della Dda Liliana Todaro e Fabrizio Monaco a formulare la requisitoria.

La Direzione distrettuale antimafia di Messina contesta in questa tranche una serie di reati che vanno dall’associazione mafiosa al traffico di influenze illecite, dall’estorsione alla turbata libertà degli incanti, aggravati dal metodo mafioso, poiché commessi per agevolare l’attività del gruppo Romeo-Santapaola.

 

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