I segni del tempo e della mancanza di restauri, per penuria di soldi (che, però, puntualmente si trovano per altri progetti...), si vedono tutti, se si guarda il Teatro Vittorio Emanuele di Messina da fronte retro, dall’angolo di visuale di corso Cavour. È la parte dell’edificio che ospita la storica Sala Laudamo e che versa - si legge sulla Gazzetta del Sud in edicola- in condizioni ogni giorno sempre più preoccupanti. Qualche mese fa ci fu anche il crollo di calcinacci dal prospetto laterale, accanto all’ingresso della Sala. È un’emergenza di sicurezza, oltre che un problema di estetica e di decoro urbano, visto che si parla di uno dei beni monumentali più importanti della nostra città. Quando si parla di restauro del Teatro, tornano gli incubi del passato. Il “Vittorio Emanuele” fu riconsegnato ai messinesi soltanto nel 1980 (ma venne aperto al pubblico nel 1985), dopo lavori di ristrutturazione durati, di fatto, 72 anni, dal terremoto del 1908. Le immagini che pubblichiamo sono eloquenti più di ogni parola. Si deve intervenire. Come ama ripetere qualcuno, “senza se e senza ma”.