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L'incidente mortale a Messina, Duomo gremito per l'ultimo saluto a Margherita - Foto

"In circostanze come queste è difficile rivolgere un pensiero. Forse bisognerebbe tacere e pregare per invocare suffragio per Margherita e coraggio per i familiari".

In migliaia, questo pomeriggio, hanno assiepato il Duomo di Messina per il funerale di Margherita Rosso, la ragazza di 24 anni morta martedì nel terribile incidente di via Consolare Pompea.

In una Cattedrale gremita, Margherita ha voluto salutare parenti, amici e i tanti cittadini presenti, avvolta da un "manto" di fiori bianchi, gigli, rose e margherite. Una grande solidarietà condivisa da vescovi sacerdoti e religiosi presenti in Duomo per l'estremo saluto alla ragazza.

"Margherita - ha detto l'arcivescovo Giovanni Accolla, che non è riuscito a celare la grande commozione - ha vissuto imparando ad amare e amando i familiari, gli amici. Il dolore di tutti ne testimonia la sua capacità. Ho sentito bisbigliare che fosse un bel terremoto, sì un terremoto, perché irrefrenabile era la sua forza d’amore. Ho visto qualche foto con la sorella mentre coccolavano la nonna. Solo chi ama può usare linguaggi non verbale ricchi di significato. E oggi dov’è il piccolo terremoto? E’ in cielo da dove illuminata per l’amore di Dio continua la sua rivoluzione d’amore. Ella nel suo assordante silenzio continua  a dirci 'amatemi per vivere in pienezza quel minuzzolo di tempo che il Signore ci dona'".

A concelebrare il rito funebre anche anche il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro, zio di Margherita. "Devo chiedere scusa a Margherita che diceva sempre - zietto come parli bene - ma oggi sono senza parole. Ho capito però che era più popolare di me, perché ha riempito la Cattedrale mentre io non ci sono riuscito il giorno della mia ordinazione episcopale".

Le ultime insieme agli amici del cuore e la sorella Elena prima dell'uscita del feretro dalla Cattedrale accolta da un fragoroso applauso e un volo di palloncini bianchi, sono state dello zio Cesare, l'amato vescovo ausiliare che nella commozione ha voluto ringraziare la città, mons. Accolla, i confratelli sacerdoti, i religiosi e tutte le autorità militari e civili, per la grande vicinanza.

"Per quanto assurdo quello che è successo dal punto di vista umano, crediamo nella potenza dei segni. Margherita  è stata trapiantata nel giardino del cielo nel tempo di Pasqua, lei vive in Dio ed è in mezzo a noi. La sua delicatezza, la forza prorompente e il sorriso continueranno a rianimare la vita quotidiana di tutti noi".

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