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Le medicine imposte dalla mafia alle farmacie di Messina, in 8 verso l'abbreviato - Nomi e foto

Il quadro processuale per la nuova inchiesta sugli affari mafiosi a Messina e in Italia del gruppo Romeo-Santapaola, nome in codice “Beta 2”, adesso è completo. Ieri - come riporta la Gazzetta del Sud-Messina oggi in edicola - è andata avanti per parecchie ore infatti l'udienza preliminare davanti al gup Monica Marino, con l'accusa sostenuta dai magistrati della Dda Liliana Todaro e Fabrizio Monaco.

Quando scattò la seconda tranche dell'operazione, la “Beta 2”, eravamo ad ottobre 2018, vennero arrestate otto persone: Antonio Lipari, 41 anni, nato a Messina; Salvatore Lipari, 44 anni, nato a Messina; Giuseppe La Scala, 50 anni, nato a Messina; Giovanni Marano, 46 anni, nato a Catania; Michele Spina, 46 anni, nato ad Acireale; Ivan Soraci, 42 anni, nato a Messina; Maurizio Romeo, 37 anni, nato a Messina; Salvatore Parlato, 62 anni, nato a Francofonte.

In otto, ieri, per le diverse tipologie di reato di cui devono rispondere, quindi con imputazioni diversificate, hanno chiesto e ottenuto di accedere al rito abbreviato. Si tratta di La Scala, i due Lipari, Maurizio Romeo, Vincenzo Romeo, Parlato, il pentito Grasso. Per loro la prossima tappa fissata dal gup è il 16 aprile, quando saranno trattate le loro posizioni.

Le attività investigative della “Beta 2” hanno preso il via nel 2017 e rappresentano un seguito dell'inchiesta “Beta”, il cui blitz è scattato nel luglio dello stesso anno. A quel quadro si sono aggiunte le preziose rivelazioni di una delle persone coinvolte all'epoca, l'imprenditore milazzese Biagio Grasso, che da qualche mese è divenuto collaboratore di giustizia. I suoi racconti hanno svelato, fra le altre cose, il controllo della distribuzione dei farmaci in Sicilia e Calabria e l'imposizione dell'acquisto di prodotti da parte delle farmacie messinesi. Fondamentale, poi, la gestione del settore dei giochi e delle scommesse illegali.

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