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Università, inaugurato a Messina il nuovo anno accademico: le foto della cerimonia

Tutto ciò che di più prezioso una comunità possiede. I suoi tesori, materiali e immateriali. La sua identità, la memoria, l’anima, i valori più profondi.

La sua storia, e la sua cultura. Il passato, il presente e il futuro, racchiusi e sintetizzati in un unico luogo. Un luogo unico, quale per Messina è il suo museo. Il MuMe che ieri ha ospitato un evento speciale, anch’esso unico: la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico che per la prima volta in oltre cinquecento anni dalla fondazione dell’Ateneo, sorto nel 1548, è avvenuta fuori dalle sue mura.

Una cerimonia dal valore fortemente simbolico, voluta dal rettore prof. Salvatore Cuzzocrea, che, al suo primo confronto con l’appuntamento più significativo del calendario annuale per ogni Ateneo, ha inteso rimarcare l’impronta sinergica rispetto ad un territorio che deve essere interlocutore principale e paritario di un’istituzione la cui mission non è - e non può essere - solo didattica, o culturale
nell’accezione più ampia, ma che è spiccatamente socioeconomica nell’interscambio di risorse ad ampio raggio. E i numeri parlano chiaro: oltre 3300 dipendenti e un vastissimo indotto, un previsionale da 235 milioni di euro, investimenti che concorrono pure a migliorare la dotazione infrastrutturale del territorio, la produzione di beni e servizi, anche attraverso strutture e laboratori, l’offerta sanitaria con la più grande azienda ospedaliera dell’area metropolitana, e soprattutto, un patrimonio specifico,
insostituibile: quello rappresentato dai 25 mila studenti iscritti, linfa vitale per ogni comunità, che proprio grazie all’ateneo viene qui attratta. O “trattenuta”, ed è già tantissimo.

E all’ombra di capolavori assoluti, accomunati dalla fattura in territorio peloritano, come i marmi del Montorsoli, a pochi metri dalle maestose tele di Caravaggio e dai dipinti di Antonello, il messaggio di sinergia e coesione è stato raccolto dalle istituzioni, con in testa il presidente della Regione Nello Musumeci, e quindi dai vertici civili e militari. Affiancati e non solo metaforicamente, nel rivivere un percorso che come l’ordinamento espositivo, dalle testimonianze risalenti alla fondazione del nostro nucleo urbano, nell’VIII secolo avanti Cristo, attraversa fasi alterne, di fermento culturale e artistico fino alla alla morte fisica e civica del 1908, per rinascere e proiettarsi poi verso il futuro, quel futuro cui proprio la massima istituzione formativa, quale quella accademica, può e deve dare un contributo strategico. In un cammino che, come ha ribadito il rettore, punta alla decisa, quotidiana conquista di un appeal che attragga consensi, attraverso i canali di internazionalizzazione, ma anche e soprattutto sull’area di riferimento.

Un territorio al quale in apertura di cerimonia ha promesso attenzione il governatore siciliano, sottolineando il «dialogo improntato al reciproco rispetto», che ha caratterizzato i rapporti con
l’Ateneo, riepilogando i provvedimenti adottati dall’amministrazione regionale in tema di diritto allo studio e annunciando iniziative di supporto all’internazionalizzazione, oltre, per Messina in particolare, all’autorizzazione alla realizzazione di nuove residenze universitarie. Dopo l’intervento della direttrice Caterina Di Giacomo, che si è associata all’augurio del presidente rivolto soprattutto agli studenti in un’ottica di sinergia con l’Ateneo, un’altra presenza di rilievo ha caratterizzato la cerimonia messinese:
quella del prof. Gaetano Manfredi, presidente della Conferenza dei rettori italiani, e rettore della più importante università meridionale, la Federico II di Napoli, che a nome di tutti i vertici del mondo accademico italiano ha sottolineato il «significato particolare» della cerimonia, nel nome della cultura come valore da tutelare e trasmettere in sinergia tra i luoghi di formazione del pensiero «superando i difetti atavici e gli individualismi». Indispensabile il supporto delle istituzioni, contro la «diaspora degli
studenti» garantendo il valore della formazione, a fronte del dovere di fornirne una di qualità internazionale e del corrispondente diritto ad ottenere le necessarie risorse in un contesto nazionale in cui lo sforzo dello Stato non corrisponde a quello degli Atenei, collocando l’Italia per investimenti nel settore al di sotto del ventesimo posto in Europa.

Una sofferenza ribadita anche dal rettore Cuzzocrea che, accanto al collegio dei prorettori e agli organi accademici, ha tracciato le direttrici dell’impegno della sua amministrazione, supportata dal nuovo direttore generale, Francesco Bonanno che nell’auspicio di «adattarsi al mondo che cambia e cogliere le sfide del nostro tempo» ha assicurato un’azione amministrativa chiara, corretta e trasparente.

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