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Marco Borromei, da Messina una scalata fino al... David di Donatello

Dal corso di giornalismo alla cerimonia degli Oscar del cinema italiano il passo è stato meritato. Marco Borromei, messinese doc , classe 1986, ha scritto, insieme con Elisa Dondi e Laura Samani, la sceneggiatura di "Piccolo Corpo" che ha conquistato nei giorni scorsi la statuetta nella categoria “miglior esordio alla regia”.

Dal corso di giornalismo alla cerimonia degli Oscar del cinema italiano il passo è stato meritato. Marco Borromei, messinese doc , classe 1986, ha scritto, insieme con Elisa Dondi e Laura Samani, la sceneggiatura di "Piccolo Corpo" che ha conquistato nei giorni scorsi la statuetta nella categoria “miglior esordio alla regia”. E in fondo, quel David di Donatello, che ha stretto orgogliosamente fra le mani, è un vanto per tutta la città di Messina che coltiva tantissimi talenti che sanno farsi strada con tenacia. Anche se spesso bisogna abbandonare la propria terra per dare gambe ai sogni.
«Dopo la maturità – racconta Marco – non avevo le idee chiarissime. Sapevo solo che non avrei potuto scegliere un percorso scientifico e ho deciso di iscrivermi al corso di giornalismo nella mia città. Il mondo della narrazione mi ha sempre attratto. Anzi, lo storytelling lo avevo dentro e lo esprimevo disegnando fumetti. E nei primi anni 2000 la serialità anglosassone mi ha conquistato e avrei voluto scrivere serie come Buffy e Dawson's Creek».

Roma, città eterna e casa del cinema, era la destinazione naturale e così dopo la laurea il giovane fece i bagagli avendo chiaro che nella vita avrebbe voluto fare lo sceneggiatore: «Per la specialistica approdai alla Sapienza optando per il corso "Forme e tecniche dello Spettacolo" – continua – ma ho messo nel bagaglio una formazione più teorica che pratica, che mi è stata comunque utile perché ho imparato nozioni sulla storia del teatro e del cinema e sul mondo dell'audiovisivo che non conoscevo. Quando mi laureai per la seconda volta avevo 27 anni e non sapevo dell'esistenza del Centro sperimentale di cinematografia, o comunque lo vedevo come una leggenda. E, per i limiti di età, avrei avuto solo una chance per tentare l'ammissione. Andò bene, nonostante pensassi esattamente il contrario ».

Dal 2013 al 2015 un periodo intenso in cui il giovane talento ha trascorso un tempo proficuo preparandosi a quello che sarebbe successo dopo. «Ho imparato davvero tanto – precisa – e ho visto realizzarsi dei progetti come “Saremo Giovani e Bellissimi”, con la regia di Letizia Lamartire e protagonista Barbora Bobulova. Il lungometraggio ha avuto un buon riscontro ed è stato selezionato alla settimana internazionale della critica del Festival di Venezia nel 2018. Poi tra le mura del “Csc” ho incrociato Ludovico Bessegato che mi ha coinvolto nel lavoro di “Skam Italia”. Questo è stato un progetto che ha avuto davvero un successo nazionale e io ne ho fatto parte per una stagione, la seconda». Lo sceneggiatore dello Stretto si reputa molto fortunato anche se ammette che il Centro sperimentale crea delle connessioni virtuose con gli operatori del settore e soprattutto crea affiatamento tra chi ha frequentato i corsi. Facendo pregustare il mondo del cinema: «Laura Samani che ha firmato la regia di "Piccolo Corpo" – ricorda – l'ho conosciuta sulla metro mentre ci dirigevamo a scuola , e nel tempo si è instaurato un bel rapporto. E questa sceneggiatura vincente l'abbiamo messa su carta assieme a Elisa Dondi, altra compagna di classe».

L'idea è nata dalla friulana Samani e proprio a lei avevano raccontato la leggenda secondo cui per salvare i bambini che non erano stati battezzati bisognava fare un pellegrinaggio verso dei santuari in cui si trovavano altre donne che avevano la capacità di riportare in vita le anime innocenti. Ma giusto il tempo necessario per salvargli l'anima: «Per me non è stato facile scrivere la sceneggiatura ambientata in una regione che non è la mia, ma ci siamo ben amalgamati E io, di mio, ci ho messo il mare. Il processo è stato molto lungo considerando che abbiamo cominciato a scrivere qualche anno fa, la prima stesura infatti è del 2016, e il lavoro lo abbiamo girato nel 2020. Un tempo lungo dimenticato con le soddisfazioni piovute. Perché appena abbiamo sentito il nome di Laura alla cerimonia del 3 maggio abbiamo visto concretizzarsi una speranza. E ci è sembrato davvero che abbia vinto la meritocrazia».
Marco spera che in un nuova distribuzione il lavoro premiato si veda anche a Messina, la sua città, considerando che in Sicilia è approdato solo a Catania e a Palermo. E nel frattempo corre dando vita ai suoi progetti: «Non posso svelare molto purtroppo ma posso dire che sto lavorando a un nuovo film di cui sentirete parlare. E sono felice delle soddisfazioni che sono arrivate fino a questo momento. E credo – conclude – che abbiamo bisogno di storie, non solo di intrattenimento ma anche di quelle che ci facciano ragionare su cosa conta veramente».

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