Un principe del Foro, amante di musica e teatro, arte e letteratura. E’ il ritratto dell’avvocato Nino
D’Uva, la cui memoria rimarrà sempre viva anche attraverso l’intitolazione del tratto compreso tra le
vie Giovanni Falcone e Rocco Chinnici nell’area di Santo Bordonaro, nel territorio della terza circoscrizione,
nell’ambito delle attività di revisione dell’ufficio toponomastica, con deliberazione della Giunta
municipale e approvazione della Prefettura, sentito il parere della Società di Storia Patria. D’Uva infatti
è stato riconosciuto “vittima di mafia” dalla Regione Siciliana ed inserito in tale elenco dall’associazione
Libera. Nasce a Livorno da genitori siciliani il 1 gennaio 1925, dove risiedeva la sua famiglia
per motivi di lavoro. Si trasferisce a Messina all’età di 10 anni e frequenta il liceo classico Dante
Alighieri, eccellendo nelle materie umanistiche. A 21 anni si laurea nella facoltà di giurisprudenza con
il massimo dei voti, la lode e la pubblicazione di stralci della sua tesi. Dopo la laurea, sceglie di frequentare
lo studio legale di diritto penale dell’avvocato Candela. Dopo pochi anni inizia una brillante
carriera forense, facendosi apprezzare da tutti e distinguendosi per la sua onestà e correttezza professionale. Muore il 6 maggio del 1986, onorando la propria toga. Sono le 19 ed in via San Giacomo, accanto al Duomo, al terzo piano nel suo studio, il killer lo uccide con un solo colpo quasi alle spalle,
dopo aver preso un cuscino dal divano per comprimerlo sulla canna di una pistola calibro 7.65. A
Messina è la stagione del maxiprocesso, che si svolge in un clima rovente tra la rabbia dei detenuti
nelle gabbie e la decisione di dare un segnale forte a giudici e avvocati. Appassionato di storia, l’ha accompagnato nella sua vita l’amore per la letteratura, l’arte, la musica, la pittura, il teatro, il cinema.
Membro del Consiglio direttivo della Filarmonica Laudamo di Messina e di un’associazione culturale
italo–tedesca. Gli è stato riservato un posto nella zona monumentale del Gran Camposanto. In suo ricordo numerose iniziative, convegni e dibattiti. Il 6 maggio del 1989, a tre anni dalla morte, è stata posta una lapide nella Corte d’appello di Messina, con la scritta “A commosso ricordo dell’avv. Nino D’Uva
stroncato da cieca violenza”.
Il 24 marzo del 2006 è stata fondata, su proposta di sei giovani avvocati, l’associazione culturale forense “Avv. Nino D’Uva”. Il 18 febbraio 2015 gli è stata intitolata la sala avvocati del Tribunale di Sorveglianza di Messina. Il 6 maggio 2016, a trent’anni dalla morte, presente l’on. Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, si è svolta una cerimonia al Palacultura con la consegna ai familiari di una medaglia d’oro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina. L’Ufficio Toponomastica, diretto dal dirigente Antonio Cardia e dalla dott.ssa Rita Melita, lavora in sinergia con la Commissione Toponomastica, presieduta dal segretario generale direttore generale, Antonio Le Donne, e composta dal presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile; dai dirigenti i dipartimenti, Politiche Culturali ed Educative – Pubblica Istruzione e Responsabile dell’Archivio Storico, Salvatore De Francesco; Mobilità Urbana e Viabilità, Mario Pizzino; e Lavori Pubblici, competente in materia di strade ed impianti, Antonio Amato. Per l’Accademia Peloritana dei Pericolanti, i professori Giovanni Cupaiuolo, Rosario Moscheo, presidente della Società messinese di Storia Patria, Giuseppe Restifo e Angelo Sindoni, nella loro qualità di esperti di storia, cultura e tradizioni locali.
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