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“In dialogo…” per accogliere, proteggere, promuovere, integrare

Il 19 marzo 2018 è stata una giornata scolastica straordinaria trascorsa a coniugare i verbi: accogliere, proteggere, promuovere, integrare.

A farlo sono stati gli alunni dell’IC “Santa Margherita” di Giampilieri Superiore, che si sono ispirati all'ultimo messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato di papa Francesco e hanno partecipato al progetto extracurricolare “In dialogo…” che si propone l’educazione alla dialogicità in ogni ambito umano e  in particolare al dialogo ecumenico e interreligioso.  La giornata è stata arricchita dalla presenza del responsabile dell’ufficio diocesano “Migrantes”, il diacono Santino Tornesi, che ha presentato la situazione attuale dell’immigrazione in Italia e dalle testimonianze di alcuni migranti: Catherina della comunità filippina di Messina, Bruno, un giovane del Camerun e  volontario Migrantes, e il noto calciatore dell’ACR Messina David Johnson Yeboah.

Il salone della biblioteca della scuola “Simone Neri” colmo di alunni, docenti e genitori ha fatto da cassa di risonanza a ricordi, difficoltà affrontate, paure che ancora affiorano insieme al desiderio di un futuro migliore. Una testimonianza a tratti accorata ma desiderosa di riscatto.

“Sono arrivato in Italia perché nel mio paese rischiavo la vita. Ho subito tanta violenza… mi picchiavano. Sono riuscito a mettere da parte i soldi per intraprendere il viaggio su un gommone e durante la traversata mentre si stava per affondare, ho pregato… A Messina ho trovato due mamme che mi hanno accolto”.

“Tanti anni fa la mia famiglia ha avuto il coraggio di lasciare le Filippine in cerca di un futuro migliore. Io sono nata e cresciuta a Messina, mi sono diplomata e studio Ingegneria. Questa città mi ha accolto bene ma in certe situazioni mi  fa sentire una “straniera” e considerata come una minaccia e non come una persona. Ho accettato di parlare a voi, oggi, perché voi potete aiutare la nostra società a essere più accogliente e ad allontanare le tentazioni di emarginazione e di razzismo. Poiché la paura del diverso nasce dalla non conoscenza dobbiamo favorire questi momenti di incontro”.

“Anch’io ho fatto un viaggio un po’ particolare per inseguire il mio sogno. Ho scelto di venire in Italia perché mia zia ha sposato un italiano e io vedevo che era un uomo buono. Sono arrivato in Sicilia cinque anni fa. Sono andato a Napoli a giocare a calcio e dove la famiglia Gallo mi ha dato una mano a realizzare il mio sogno. Ho iniziato a giocare con il Savoia in serie D, poi al Catanzaro e altre squadre, sono arrivato a Messina a dicembre perché l’allenatore mi ha visto giocare contro il Messina e mi ha voluto nella sua squadra. Mi piace tutto di Messina, la tifoseria, la gente… Voglio dire che lo sport senz’altro può portare pace e a chi fa sport dico che non bisogna mai mollare. Bisogna credere in se stessi, bisogna credere in ciò che si fa per ottenere ciò che si vuole. Seguire il proprio sogno. Anch’io sono cristiano, prego molto, credo molto in Dio,  senza di Lui non c’è niente”.

Proporre un incontro sull’immigrazione dando la parola ai migranti, specie dopo l’exploit elettorale di chi ha fatto la propria campagna elettorale contro l’accoglienza è segno che nella scuola prevalgono i valori dell’uomo prima ancora degli interessi di parte, i valori dell’accoglienza e dell’integrazione prima ancora dei cori razzisti ed esclusivisti, egoisti e intolleranti.

Sulla scuola grava il compito di educare le nuove generazioni a fondare le relazioni sociali sul riconoscimento reciproco della propria ed altrui dignità e sulla solidarietà fraterna, mentre è alla politica che spetta conciliare le esigenze di sicurezza dei cittadini e i bisogni di chi fugge da situazioni difficili senza estromissioni né campagne xenofobe.

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