Niente “free Tibet” ma il volto sorridente del Mahatma Gandhi sulla maglietta grigia con le maniche lunghe. All’ora di pranzo, mentre qui da noi sono le 19,35, Renato Accorinti parla di pace, di cooperazione tra popoli, di accoglienza e, dal quartier generale dell’Onu, lancia la proposta di creare a Messina, crocevia strategico nel cuore del Mediterraneo, tra i Nord e i Sud del mondo, tra l’Oriente e l’Occidente, una “Università della Pace” dove possano ritrovarsi studenti di tutte le nazionalità.
Sono messinesi gli artefici della “due giorni” del sindaco nella Grande Mela: Giuseppe Sergi, il fondatore della Associazione Unione Europea presso le Nazioni Unite, e Francesco Rizzo Marullo. Un evento che, qualunque sia il giudizio sull’operato dell’amministrazione Accorinti in questi cinque anni di mandato, può definirsi storico, perché non ricordiamo altri sindaci di Messina che abbiano tenuto una relazione durante un incontro ufficiale all’Onu.
Il giorno prima Accorinti era stato alla “NY University”, in quel tempio di aspiranti “businessmen” che è la “Stern School”, una sorta di “Bocconi” americana che sforna la stragrande maggioranza dei manager di aziende e di “squali” della finanza di Wall Street. Un invito fortemente voluto proprio dal messinese Giuseppe Sergi: «I nostri studenti devono capire che c’è anche altro oltre il business». E Accorinti lì ha raccontato la propria storia personale e l’esperienza amministrativa di questi anni, improntata al tentativo di un «cambiamento culturale» che, per essere efficace nella società, «deve partire dal di dentro, da ciascuno di noi». Da qui l’importanza del momento educativo. Temi ribaditi anche davanti ai rappresentanti di alcuni Paesi membri permanenti dell’Onu, a diplomatici e giornalisti, durante l’incontro sulla cooperazione per lo sviluppo economico e contro la povertà nell’area mediterranea, organizzato dall’Associazione dell’Unione europea presso le Nazioni Unite. Accorinti è intervenuto dopo le relazioni della bulgara Lachezara Stoianova, dell’europarlamentare Tiziana Beghin e del catalano Mario Gomes.
Dal nazifascismo e dalla guerra mondiale alla nascita dell’Onu e all’articolo 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra”): il sindaco ha rispettato i tempi, concludendo con la proposta della “Peace University” da realizzare con il contributo delle Nazioni Unite e dell’Ue. «Noi siciliani non possiamo non incarnare i valori dell’accoglienza, sono passate da qui tutte le dominazioni, la mia faccia è araba e ci sono miei conterranei di ascendenza normanna. Come possiamo respingere chi fugge dalla fame e dalle guerre?».
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