Domani, venerdì 9 febbraio alle 18, nell’ambito del progetto “Opera al Centro” curato da Giuseppe La Motta, negli spazi espositivi del Teatro Vittorio Emanuele, si inaugura la mostra della pittrice Edvige Lombardo. Saranno presenti il presidente e il sovrintendente dell’Ente.
"Produrre arte di figura e di soggetto ancora realisticamente ancorata alla figurazione - si ege nella nota di presentazione dela mostra - può portare con sé sia la qualità dell’impegno verso la declinazione del reale\\attuale sia il pericolo dell’inflazionistico vissuto visuale: è il talento dell’artista a rimodulare la visione e la lettura. In ogni modo, la qualità della scelta, del tessuto connettivo della produzione è unico. Ma alcuni talenti attraversano l’ampliamento del proprio personalismo e si pongono a servizio dell’immediato sentire collettivo.
In parte, ogni persona è altro, ognuno può frazionare il proprio essere, 'discendendosi' nella frammentazione degli altri, dal tu al noi, e nella scelta c’è già il sentire della figurazione, il segnale indicativo della partecipazione non solo dell’illustrazione del sociale, al di là della sterilità delle etichette e delle categorie che si incatenano all’Arte. Parte di questo mandato si ritrova nelle ultime opere di Edvige Lombardo, che saranno esposte da domani al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. L’artista, nata sulle sponde siciliane, in alcune sue opere in mostra ha scelto di fissare su tela lo spazio del dolore di Lampedusa, dedicando delle tele alle poesie dell’antologia Il Cielo di Lampedusa, fra il dolore degli scomparsi e degli approdati, che l’esistenza ha messo insieme nell’incredibilità di un viaggio disumano".
Scrive Giovanna Gentilini: "Lei che viene dalla Sicilia a cui periodicamente ritorna - e spesso lo sradicamento della terra natia comporta insicurezza e solitudine. In questo si sente vicina, seppur privilegiata a quelle persone, uomini, donne, bambini che per gravi motivi sono costretti a lasciare la loro terra e affrontare pericolo per poter sperare in una vita migliore. Le tele dell’artista ci parlano anche di questo. Nei volti e negli sguardi dei migranti (Naufragio a Lampedusa), nel volto della donna diviso da una linea di confine tra chiaro e scuro, luce ed ombra, l’artista dichiara senza veli, come solo l’arte può fare, il suo vissuto interiore, l’attesa e la malinconia, gli affetti familiari, la forza di chi non vuole arrendersi, decisa a governare la barca e a non lasciarsi travolgere dalle onde”.
Il tessuto pittorico della Lombardo è denso. Sembra rimandare ad altri passaggi, ad altre esposizioni di dolore, come nelle tele di Vann Nath i volti sono fissi nello sguardo, i grigi e gli azzurri sono cupi, i colori seguono e contornano gesti e azioni degli uomini e delle donne, la vita oltre le persecuzioni non concede spazio alla gioia della vibrazione cromatica. Dove approderà l’arte non è terra sicura, trema come trema la terra dell’uomo. Nei dipinti di Edvige Lombardo, siciliana di nascita e fanese di adozione, mare, cielo, vento diventano tutt’uno nel vortice di colori drammatici scolpiti a spatola sulla tela di una vita intera. Un ciclone di colori giallo, arancio, rosso, viola, nero e blu. Colori che risuonano come battaglie in sinfonie di drammi. Colori che t’afferrano e ti salvano l’anima annegandoti in quel mare di eterno moto di passioni: Colori che si mescolano nelle marine e nelle figure di donna. Donne solenni con volti solenni, corpi sospesi, tendenti a luoghi lontani nel tempo e nello spazio, spatolati con orgoglio femminile.
La mostra potrà essere visitata dal 9 al 21 febbraio, escluso il lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 19.