Un Paese che guarda al futuro mettendo sempre in evidenza, però, quei valori che hanno portato alla nascita della Repubblica. Le celebrazioni per la festa del 2 giugno anche a Messina hanno visto in prima fila tutte le massime autorità civili, religiose e militari per una ricorrenza che, come ha ricordato anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, deve ricordare che l’obiettivo è quello di «dare alle future generazioni un’Italia in pace, prospera e solidale».
In piazza Unione Europea, la solenne cerimonia ha visto la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai caduti da parte del prefetto di Messina Francesca Ferrandino, accompagnato dal comandante del Culqualber, il generale di Corpo d’armata Luigi Robusto.
Quindi, la lettura del messaggio del presidente della Repubblica letto dal rappresentante del Governo. Parole che hanno invitato alla riaffermazione dei «principi di uguaglianza e pari opportunità contro ogni discriminazione e per la difesa dei diritti delle donne, dei minori e delle persone svantaggiate». Chiari cenni a quelle che ha definito «piaghe», come il femminicidio, la violenza di genere e il bullismo, che «possono essere contrastate non soltanto attraverso l’impiego degli strumenti di prevenzione previsti per legge, ma anche con iniziative di educazione e sensibilizzazione per le quali è utile il coordinamento fra Istituzioni e Amministrazioni diverse».
Il presidente della Repubblica ha anche ricordato gli eventi sismici che hanno colpito l’Italia centrale, sollecitando «a preservare al meglio l’assetto dei nostri territori e a mantenere vigile ed efficiente il sistema di protezione civile che vive dell'impegno sinergico di molteplici componenti, pubbliche e private». E non è mancato un passaggio sul fenomeno dei migranti, ricordando come «nell’accoglienza, nonché nei complessi e indispensabili processi di integrazione, i prefetti si prodigano nel favorire il dialogo con le comunità locali e, nell’ascolto reciproco, promuovere le condizioni di una convivenza serena e rispettosa della legalità e della dignità umana. Il bene della sicurezza, talvolta percepito come minacciato, appartiene a tutti, e tutti abbiamo il dovere di contribuirvi con comportamenti orientati alla legalità e all'interesse generale».
Lotta alla criminalità, al terrorismo, la sicurezza nei luoghi pubblici, ma anche il contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione e al malaffare in diversi passaggi del messaggio del presidente Mattarella, secondo il quale serve «un convinto coinvolgimento etico e culturale, in grado di contrastare elusione di regole e logiche di appartenenza».
Oltre al sindaco Accorinti, in maglietta e fascia tricolore, presenti anche il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone; l’arcivescovo Giovanni Accolla; il questore Giuseppe Cucchiara; il comandante della Brigata Aosta, generale Roberto Angius; il comandante del Comando supporto logistico della Marina, capitano di vascello Santo Giacomo Legrottaglie.
La cerimonia si è conclusa con la consegna di 11 diplomi di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (Pietro Bebba, capo reparto esperto dei vigili del fuoco; Francesco Lenzo, luogotenente della Guardia di finanza; Antonino Russo, maresciallo aiutante Gdf; Mario Tindaro Peresi, maresciallo aiutante Gdf; Franco Antonio Maimone, sottufficiale dei carabinieri; Carmelo Antonino Zangla, capitano dei carabinieri; Tony Zarrillo, maresciallo capo dei carabinieri e comandante della Stazione di Letojanni; Silvio Sammarro, luogotenente dei carabinieri, già in servizio alla Dia di Messina; Giuseppe Minutoli, colonnello della Gdf; Marco Giambra, funzionario di polizia, in atto vicario del questore di Vibo Valentia; Stefania Greco, commissario capo polizia penitenziaria; Gaetano Famà, luogotenente Gdf; Vincenzo Picciolo, medico chirurgo Asp 5-Distaccamento di Taormina). Diploma di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana ad Antonino Tomasello, vicedirigente vigili del fuoco, mentre tre medaglie d’onore alla memoria per altrettanti messinesi deceduti deportati o internati nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale.
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Foto di Alessio Villari
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