La legge tutela la vita reale e la vita virtuale: individuare quanti e quali sono i rischi legati all’utilizzo improprio di internet e dei social network è il primo passo per poterli padroneggiare in sicurezza. Con questo intento ieri mattina anche a Messina è sbarcato il truck della Polizia di Stato che, con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, si sta facendo portavoce della campagna itinerante “Una vita da social”, arrivata alla IV edizione, per incontrare il territorio e soprattutto i più piccoli delle scuole sensibilizzandoli sull’uso corretto e sicuro dei social network e per metter loro in guardia dalle dinamiche di cyberbullismo, adescamento online e tutela della privacy. Il truck, dotato di un’aula interattiva, ha consentito ad alcune classi dell’Istituto Comprensivo “Salvo D’Acquisto”, dell’Istituto tecnico “Jaci” e del liceo classico “Maurolico”, di incontrare gli agenti specializzati della Polizia postale di Messina e Catania per discutere e chiarire i dubbi dei giovani in maniera semplice, ma efficace, grazie anche al supporto di video didattici ed esplicativi realizzati per l’occasione.
«Le problematiche legate al web sono tantissime – ha spiegato la dott.ssa Irene Onolfo, funzionaria della Questura di Messina –. Oltre ai ragazzi vogliamo arrivare alle famiglie per sensibilizzarle a un monitoraggio continuo dei figli che usano i social network. L’aumento di denunce fa capire che più si conoscono i problemi in cui si incorre, meglio si agisce quando si è ancora in tempo. Il riscontro positivo delle campagne informative è la numerosa quantità di incontri che le scuole della città e della provincia ci richiedono per educare i propri alunni». Bastano 3 click per condividere potenzialmente con 10 mila persone un video, una foto o un qualsiasi documento che, nelle mani sbagliate e con intenti persecutori, può portare anche al suicidio chi ne è vittima, come la cronaca ci ha spesso raccontato. «Internet è una risorsa meravigliosa così come la tecnologia e tutto ciò che consentono – ha detto il dott. Letterio Freni, direttore tecnico della Polizia postale di Catania, che, insieme con il dott. Luca Mammano, ha diretto la campagna come principale interlocutore degli studenti –. Ma un commento banale può diventare reato penale. La tecnologia si evolve molto rapidamente ma va usata a nostro vantaggio con rispetto». Il ruolo della famiglia e delle scuole è decisivo per il monitoraggio dei più piccoli.
«Ormai gli smartphone vengono dati anche a bambini di 8 anni – ha aggiunto la dott.ssa Irene Onolfo –. La semplice chat di WhatsApp se utilizzata nei modi sbagliati e senza controllo può diventare fonte di diffusione di dati privati e rappresentare un rischio. Oggi il cuyberbullismo, forma di bullismo in rete, è il reato più diffuso e denunciato». Talvolta anche soltanto scaricare una applicazione vuol dire dare l’autorizzazione a un destinatario sconosciuto ad accedere a dati personali privati. «Non è vero che senza social network non esistiamo – ha detto, ancora, Letterio Freni –. Meglio non aderire a quelle piattaforme online che non utilizziamo recuperando, invece, il contatto reale con le persone, piuttrosto che inoltrare delle informazioni rischiando di diventare vittime di abuso. Basta inviare una foto alla persona sbagliata per diventare vittime di violenza». L’entusiasmo e l’interesse con cui gli alunni hanno partecipato dimostra quanto giornate dedicate all’informazione siano fondamentali soprattutto per loro. «Aver scoperto queste informazioni sui social è importante – ha detto Domenico, allievo dell’Istituto “S. D’Acquisto” – ma a volte anche per noi è difficile capire come distaccarci da internet ed è in questo che i grandi devono aiutarci». E, ha aggiunto Francesca, studentessa del liceo “Maurolico”: «Quando vedo mio fratello di 7 anni sempre con il cellulare mi spavento di essere anche io in quel modo. Mi fa impressione pensare che, ormai, non si parla più fra noi».
__________________________________________________
L’intervento
Ninni Bruschetta testimonial
Il giusto distacco dal web
Testimonial d’eccezione l’attore e regista Ninni Bruschetta da sempre impegnato nel sociale, che ha voluto lanciare il suo monito ai numerosi studenti che hanno partecipato all’iniziativa. «Leggere e discernere il bene dal male è difficilissimo sul web dietro cui non sappiamo chi si nasconde – ha detto –. La cosa più grave è che i social apparentemente stimolano l’emotività di ognuno di noi, ma realmente svuotano da dentro e non permettono di avere uno sguardo d’insieme a chi li utilizza. La comunicazione è un mezzo per esprimere le nostre emozioni: oggi, invece, sembra necessario comunicare anche quando non c’è niente da dire. Mantenere il giusto distacco da internet e rimanere vigili è fondamentale».
_____________________
Foto Alessio Villari