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La folle solitudine di “Mostrocaligola”

Dopo il successo ottenuto nella 5. edizione del “Forte Teatro Festival”, l’applaudita rassegna estiva svoltasi nella suggestiva cornice del Parco ecologico San Jachiddu, torna “Mostrocaligola”, da Albert Camus, Svetonio e altre fonti storiche, con la regia di Roberto Bonaventura. Lo spettacolo, una produzione de “Il Castello di Sancio Panza”, andrà in scena al Teatro Vittorio Emanuele martedì 17 maggio alle 21, con repliche mercoledì 18 maggio alle 21 e giovedì 19 maggio alle 17,30.

A raccontare la disperazione, la solitudine e l’esaltazione egoica dell’efferato imperatore Caligola – uno dei personaggi più controversi della storia, controverso per il suo potere, per il suo amore, per la sua follia e per la sua logica spietata – un cast di alto livello formato da Monia Alfieri, Raimondo Brandi, Gianluca Cesale, Ferruccio Ferrante, Lucilla Mininno e Francesco Natoli.

«Svetonio e altre cronache del tempo – spiega Roberto Bonaventura – dipingono l'imperatore romano come un folle insensato, e questa è l'immagine che ci viene tramandata. Albert Camus, nella versione del Caligola del 1941, descrive la sua disperazione, la sua solitudine, la sua recita e la sua morte.
Noi ci mettiamo la nostra storia, quella che viviamo, adesso, noi che scriviamo, noi che leggiamo, noi che osserviamo.
Osserviamo amore che poi diventa odio, vita che subito diventa morte. Assistiamo alle guerre e al dolore. Dei padri, dei figli e degli animali. E versiamo lacrime. E poi? Poi pensiamo al denaro. Tutto sguazza nelle finanze. Il Tesoro, ciò che è importante.
E lui, Caligola, dilaniato dal dolore per la morte di Drusilla, la sorella amata, desiderata e divinizzata, viene invitato a pensare agli affari di stato, a ciò che conta, proprio al Tesoro.
E allora comincia il gioco: mettere sullo stesso piano la Vita e il Tesoro. Un gioco che richiede logica. Bisogna essere logici. Ma non c'è amore dove c'è logica.  È così che si diventa mostri, tutti insieme».

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