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Adesso a Messina
si rischia un'epidemia

Cosa deve accadere ancora? La città è in ginocchio. L’invasione dei cinghiali l’abbiamo fagocitata senza far nulla. Gli allarmi meteo - a proposito oggi è arancione, l’acqua arriverà dal cielo e la possiamo raccogliere con le bacinelle -, ormai ci lasciano quasi indifferenti. Ma con l’acqua no. Con l’acqua, il cosiddetto “prezioso liquido”, non si può più scherzare. Non sono consentite improvvisazione, inadeguatezza, mancanza di programmazione e assenza d’interlocuzione con la Regione per risolvere definitivamente il problema. Eravamo “padroni” di un impero, ci hanno fatto diventare sudditi del nulla idrico.

Adesso è un problema di reale sopravvivenza, di emergenza nazionale, di Protezione civile, bisogna fornire aiuto concreto e immediato a tutti i messinesi senza distinzione alcuna, programmare punti costanti di approvvigionamento in città. Senza acqua si rischia un’epidemia. Adesso, se sono confermate le notizie che provengono da Calatabiano, bisogna provvedere nel giro di poche ore a risolvere l’emergenza anche con l’Esercito, o per esempio attingendo subito all’Alcantara e per il futuro “negoziare” con Siciliacque, magari con l’intervento economico della Regione e politico di tutta la deputazione nazionale e regionale. È assolutamente inconcepibile nell’anno di grazia idrica 2015 dover peregrinare tra fontane, case al mare, studi, docce del vicino fortunato. Anche “in altro luogo” l’acqua finirà presto. Quindi se c’è qualcuno che scalda la sedia e non è all’altezza del compito venga sostituito, se c’è qualcuno che deve fare la voce grossa per ottenere condizioni di equità per la propria città, lo faccia. Questa vicenda va risolta definitivamente. I messinesi sono stanchi. E una città metropolitana non può subire una... frana.

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Nelle foto di Alessio Villari i lavori per il ripristino della conduttura a Calatabiano.

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